Ucraina – Russia: un mese di guerra
È passato un mese dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Nella giornata di ieri il G7 ha deciso di rafforzare il proprio sostegno, anche militare, all’Ucraina, dopo l’ennesima richiesta di aiuto da parte di Zelensky. Intanto ci sono stati altri bombardamenti a Izyum e Kharkiv e lancio di missili dal Mar Nero. L’Onu approva la risoluzione umanitaria, la Cina si astiene. La Russia minaccia l’impiego di armi nucleari.
Trascorso ormai un mese dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina – chi avrebbe mai potuto immaginare una simile durata – la situazione si fa giorno dopo giorno sempre più delicata e non dà cenni di un allentamento delle tensioni che si amplificano su vari livelli.
Nella giornata di ieri il presidente ucraino Zelensky, in un messaggio su Telegram, ha lanciato nuovamente una richiesta d’aiuto alla Nato e ai Paesi occidentali, ribadendo che senza armi è impossibile per l’Ucraina resistere all’attacco. Il presidente ha poi denunciato, come altre volte, la scarsa ricettività degli occidentali stessi nel fornire un supporto reale e decisivo al suo Paese, con queste parole: “La Nato possiede 20mila carri armati, ve ne abbiamo chiesto appena l’1%”.
A questo riguardo, sempre ieri, al termine del vertice dell’Alleanza atlantica, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha annunciato la decisione degli alleati di fornire una maggiore assistenza e un maggior supporto, anche militare, all’Ucraina. È infatti stato previsto l’invio di nuovi dispositivi anti-carro, difese anti-missili e droni per fermare l’avanzata russa.
Triplice appuntamento, ieri, per il presidente americano Joe Biden in Europa: dopo il vertice Nato in mattinata, nel pomeriggio riunione del G7 e a seguire il Consiglio europeo. Biden ha ribadito che l’Alleanza atlantica è “più forte e unita che mai” al fianco dell’Ucraina, e che non lascerà senz’altro che l’offensiva russa rimanga senza conseguenze. Il leader statunitense ha anche detto che la Russia dovrebbe venire rimossa dal G20, mentre ha espresso la richiesta che l’Ucraina possa parteciparvi.
Il G7 si è detto pronto ad adottare nuove misure punitive e ad inasprire ulteriormente le sanzioni contro la Russia, mettendo in guardia Mosca e paventando gravi conseguenze qualora quest’ultima dovesse usare armi chimiche o nucleari, una questione che sta diventando sempre più di primo piano negli ultimi giorni.
Gli Stati Uniti e la Nato si stanno infatti preparando a rispondere ad un eventuale utilizzo di armi chimiche e nucleari da parte di Mosca, sempre più possibile secondo alcune indiscrezioni riportate da funzionari dell’amministrazione americana e anche dalle dichiarazioni del portavoce del Cremlino Peskov negli ultimi giorni.
Intanto sul campo la situazione stenta a migliorare, anzi: nuovi attacchi sono stati condotti dai russi contro la città di Kharkiv, dove 6 civili sono rimasti uccisi e 15 feriti. In totale, secondo il governatore della città, la regione è stata colpita da 44 attacchi nella sola giornata di ieri.
Gli attacchi hanno sempre coinvolto anche numerose altre città: a Izyum i soldati russi hanno sparato direttamente su numerosi civili in fila per richiedere aiuti umanitari, mentre diversi missili sono stati lanciati da Mosca direttamente dalla propria flotta nel Mar Nero.
Infine sempre nella giornata di ieri l’Onu ha approvato una risoluzione non vincolante che chiede lo stop immediato all’invasione russa dell’Ucraina. La maggior parte degli Stati ha votato a favore, mentre la Russia ha votato contro. Si sono astenuti 38 Paesi tra cui la Cina, a cui i leader europei – e anche il premier italiano Mario Draghi – hanno rinnovato l’avviso di dure sanzioni e provvedimenti qualora si schierasse esplicitamente al fianco della Russia.
Pietro Broccanello