La Germania e l’ipotesi di uno stop al gas russo
L’orrore dei civili legati e uccisi dai russi a Bucha, fuori Kiev, dove sono state scoperte anche delle fosse comuni, ha suscitato l’indignazione delle cancellerie e delle istituzioni europee che promettono un nuovo round di sanzioni ma questa volta potrebbe finire sul tavolo anche lo stop al gas russo. La Germania è sempre stata irremovibile nel sostenere l’impossibilità di bloccare da un giorno all’altro le importazioni di gas dalla Russia a causa del forte legame energetico tra i due Paesi, con Berlino che imposta circa il 40% del suo fabbisogno da Mosca.
Tuttavia, negli scorsi giorni la ministra della Difesa tedesca, Christine Lambrecht, in un’intervista rilasciata all’emittente pubblica Ard, ha affermato che i crimini commessi a Bucha “non devono rimanere senza risposta”, motivo per cui sarebbe arrivato il momento per l’Ue di discuteere lo stop all’import di gas russo. Sul tema è intervenuto anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, il quale, interpellato a Radio24, ha assicurato che “se dovessimo sospendere a breve le importazioni dalla Russia, i prossimi mesi non dovrebbero essere critici” in quanto “abbiamo riserve sufficienti”. Al contrario, dobbiamo accelerare gli stoccaggi per rischiare di non rimanere scoperti il prossimo inverno.
L’Europa si sta incamminando su un percorso che la porterà a sganciarsi dal gas russo senza provocare eccessivi terremoti nell’immediato, eppure ciò non la tiene al riparo da critiche. Ieri l’Ad di Enel, Francesco Starace, ha rilasciato un’intervista al Financial Times in cui non risparmia duri giudizi per la politica energetica di Bruxelles, affermando che la questione della dipendenza da Mosca andava affrontata anni fa e che è arrivato il momento agire in maniera aggressiva e passare ad altri fonti energetiche, interrompendo così i legami energetici con la Russia.