ELEZIONI IN FRANCIA. MACRON DAVANTI, BALLOTTAGGIO CON LE PEN
La Francia al voto: il presidente uscente Macron ha ottenuto il 27,6% dei voti al primo turno, mentre Marine Le Pen si ferma al 23,4%; sarà ballottaggio. Astensione oltre il 25%
È election day in Francia per le presidenziali, dove a sfidarsi sono ancora loro due: Emmanuel Macron, il presidente uscente, e Marine Le Pen, leader di Rassemblement National, l’ex fronte nazionale. Il primo dato da analizzare è quello riguardante il risultato ottenuto da Macron, che ha visto un incremento importante del bacino elettorale rispetto al voto del 2017. 5 anni fa il leader di En Marche si fermò al 24% dei consensi, anche grazie al vento di novità che aveva sollevato, mandando a casa i partiti tradizionali, che non erano riusciti a raggiungere neppure il secondo turno. Replicare il risultato appariva però lontano dalle aspettative per via dei malumori che si erano respirati durante le proteste dei gilet gialli, la gestione covid e la crisi economica. Tutto il contrario: non solo i francesi riconfermano Macron, ma il presidente uscente sfiora addirittura il 28% di fatto incrementando i suoi consensi del 3%. La leader della destra radicale Marine Le Pen resta la sfidante numero uno, attestandosi al 23,4%, con un significativo +2% rispetto alla tornata 2017. Chi ha preso più di Rassemblement National è però il partito dell’astensione: i francesi che non si sono recati alle urne sono infatti il 25%. E seppur il 74,83% degli aventi diritto resta un dato particolarmente negativo, ben peggiore rispetto al 77,77% del 2017, non determina un record. Il minimo storico è infatti stato toccato nel 2002, quando si diedero battaglia Jacques Chirac, Jean-Marie Le Pen e Lionel Jospin, facendo registrare un 71,6%. Grande delusione per la Sinistra, che resta fuori dalla corsa all’Eliseo con un risultato ai minimi storici dell’ex socialista Jean-Luc Mèlenchon, leader di La France Insoumise, attestatosi al 21,95% nonostante puntasse seriamente al ballottaggio.
Parola ora al secondo turno, che vede ancora in testa Macron, nonostante il presidente uscente inviti alla calma: «Non ci illudiamo, niente è definitivo», ha detto il presidente in un discorso al suo quartier generale. «Il dibattito che avremo nei prossimi quindici giorni sarà decisivo per il nostro paese e per l’Europa», ha aggiunto evocando «una Francia che continui a dare fiducia alla scienza, alla ragione, alla competenza, come abbiamo fatto in questi ultimi anni». Ha poi fatto appello agli altri candidati per formare «un grande movimento di unità e di azione» e ha detto di «essere pronto a invantare qualcosa di nuovo per mettere insieme le diverse convizioni e sensibilità». Proprio a seguito del risultato, Hidalgo e Jadot hanno già dato indicazione di votare Macron al secondo turno, e Roussel ha invitato a evitare la vittoria di Le Pen votando «la sola scheda a nostra disposizione». Mélenchon ha ribadito che «non bisogna dare un solo voto a Marine Le Pen», lasciando intendere la preferenza verso il presidente uscente. Posizioni diversificate invece fra i neogollisti. In primis Pécresse, che dopo essersi assunta la responsabilità della sconfitta ha invitato a votare Macron, visto che Le Pen «è vicina a Putin». Allo stesso modo hanno risposto Michel Barnier e l’ex ministro della Giustizia Rachida Dati, mentre Eric Ciotti ha dichiarato che personalmente non voterà per Macron.
Secondo Ifop-Fiducia anche per il ballottaggio il presidente uscente resta in testa nei sondaggi, seppur con in vantaggio risicato di 51 a 49, che farà presagire un testa a testa all’ultima scheda. La vittoria di Macron dovrebbe essere più netta secondo OpinionWay, che accredita il presidente del 54%, mentre la candidata della Destra radicale al 46%.
Nell’incertezza tipica della campagna elettorale, l’appuntamento è per il 24 aprile, quando i francesi saranno richiamati ad esprimersi.
Chicco Santagata