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domenica, Settembre 8, 2024
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    Guerra Ucraina: settimana cruciale

    Guerra Ucraina: settimana cruciale
    Quella che inizia oggi è una settimana cruciale per la guerra scatenata con l’invasione russa dei confini ucraini.
    Lo scenario di guerra sembra concentrarsi sul Donbass, anche se dai vari emissari russi e ucraini si continuano a diffondere posizioni molto differenziate: c’è chi sostiene che l’obiettivo russo sia la conquista di Kiev, chi afferma che a Putin basti lo sbocco sul mare, chi ritiene che l’Ucraina possa costringere i russi alla ritirata. Qualcuno avanza con insistenza l’ipotesi di un golpe ormai prossimo ai danni di Putin, si vedrà.
    Mentre i bombardamenti sembrano procedere in maniera più chirurgica e meno diffusa di qualche giorno fa, colpisce la testimonianza dell’arcivescovo di Kiev, mons. Shevchuk, che denuncia numerose atrocità ai danni dei civili. La deriva di una guerra senza regole mostra con sempre maggiore insistenza le efferatezze che vengono compiute di nascosto dalle milizie o dai mercenari ridotti a sciacalli a danno dei più deboli e indifesi, donne, anziani e bambini. Ma la verità su questi fatti, come per il passato, comporterà mesi o forse anni, prima che le denunce possano essere comprovate da fatti e testimonianze che accertino le responsabilità.
    La novità di giornata è l’azione diplomatica del cancelliere austriaco Karl Nehammer che è volato a Mosca per incontrare direttamente Putin. E’ il primo leader europeo da inizio del conflitto ad avere rapporti diretti e de visu con il leader del Cremlino. Nel mentre, a Lussemburgo verrà definito un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Il blocco progressivo di approvvigionamento di gas russo è la vera arma che potrebbe costringere Putin a cessare le ostilità, visto che il PIL russo è in picchiata (-15%) e il fattore tempo gioca contro le sue mire di conquista.
    Zelensky si sente meno solo e sempre più convinto di una riscossa che inevitabilmente passa dai rifornimenti di armi da parte dell’Occidente.
    L’intelligence ucraina fa sapere che tra le fila dell’esercito russo regna la confusione e alcuni militari sono disposti a pagare per avere informazioni sulle strategie dell’esercito ucraino che dallo stato maggiore non arrivano più.
    L’Agenzia internazionale per l’energia atomica che monitora lo stato della centrale di Chernobyl, ha fatto sapere che alcune linee di monitoraggio della centrale sono fuori uso e sembrerebbe che siano stati rubati alcuni materiali pericolosi e fortemente radioattivi.
    L’Aiea continua a non ricevere la trasmissione di dati a distanza dai suoi sistemi di monitoraggio installati presso la centrale nucleare di Chernobyl, dati che arrivano invece all’agenzia dalle altre centrali in Ucraina.
    Le reazioni russe dopo 49 giorni di conflitto mostrano un certo nervosismo e paventano minacce ai vari paesi occidentali rei, secondo i russi, di essere troppo aggressivi e schierati. Sarebbe ironico, se non fosse tragico. Le ultime dichiarazioni dell’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue Josep Borrell sull’Ucraina indicano che l’Ue vede Kiev come “testa di ponte per sopprimere la Russia”. Lo afferma il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, secondo quanto riporta l’agenzia russa Tass.
    Da Kiev i sacerdoti ortodossi ucraini stanno raccogliendo firme per intentare causa contro il patriarca di Mosca Kirill che fin dall’inizio del conflitto ha difeso e giustificata l’aggressione russa all’Ucraina, in totale spregio alla funzione pacificatrice che dovrebbe sempre garantire un uomo di fede.
    Anche la Cina fatica a mantenere posizioni filorusse e si rende disponibile a indagini, purché eque e indipendenti, per fare chiarezza sulle stragi e gli eccidi compiuti dai russi.
    Sembra che la guerra stia prendendo una nuova piega, con la Russia sempre più isolata e sull’orlo del baratro economico e il resto del mondo che con diversi gradi di intensità sta accelerando per ridurre i tempi di una guerra sempre più assurda e illogica.
    Pietro Broccanello

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