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domenica, Settembre 8, 2024
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    Guerra, il Fondo Monetario Internazionale taglia le stime di crescita globali

    Guerra, il Fondo Monetario Internazionale taglia le stime di crescita globali
    Il Fondo Monetario Internazionale rivede nettamente al ribasso le sue stime di crescita globali principalmente a causa della guerra in Ucraina. Ieri il Fmi ha aggiornato le sue previsioni economiche stimando ‘solo’ un +2,3% per la crescita mondiale per quest’anno, un dato in calo dello 0,8% rispetto a quanto pubblicato a gennaio. L’Italia non è immune dalle conseguenze della guerra: +2,3% per il Pil nel 2022 e +1,7% nel 2023, in calo di 1,5 punti e 0,5 punti rispetto a gennaio, con l’inflazione vista al 5,3% per l’anno in corso e al 2,5% l’anno prossimo. Nel 2022, il rapporto deficit/Pil del BelPaese si attesterà al 6% ma scenderà al 3,9% nel 2023 per giungere al 2,5% nel 2027. Parallelamente, il rapporto debito/Pil è visto in calo ma poco sopra il 150% nel 2022, per arrivare al 142,9% nel 2027. L’intera area euro deve fare i conti con un peggioramento delle prospettive: il Fondo ha tagliato la crescita al 2,8% per quest’anno (-1,1 punti rispetto a quanto previsto a gennaio).
    Nelle motivazioni che spiegano le nuove stime si legge che i “downgrade maggiori riguardano economie come la Germania e l’Italia, con settori manifatturieri relativamente grandi e una maggiore dipendenza dalle importazioni di energia dalla Russia”. A fine 2021 l’attenzione era rivolta alla corsa dei prezzi e ai problemi delle supply chain globali, problemi esacerbati con lo scoppio della guerra. Il Fmi sottolinea come, anche prima dell’invasione russa dell’Ucraina, “l’inflazione in molti Paesi era aumentata a causa degli squilibri tra domanda e offerta […] spingendo a un inasprimento della politica monetaria”. Gli ultimi lockdown in Cina potrebbero aggravare la situazione, impantanando ancor di più le catene di approvvigionamento globale.
    La guerra, dunque, rallenterà la crescita economica e contribuirà alla crescita dell’inflazione, spiega il Fondo, aumentando le pressioni sul lato dell’offerta in diversi settori. Il colpo peggiore lo subirà Kiev dal momento che il Fmi stima un -35% per il Pil dell’Ucraina mentre l’economia russa si contrarrà dell’8,5%, ma Mosca non dovrà aspettare la fine dell’anno per fare i conti con la guerra che ha scatenato. La governatrice della Banca centrale, Elvira Nabiullina, ha avvertito che ora le sanzioni occidentali cominceranno a farsi sentire non solo per la finanza ma anche per l’economia reale. La numero uno della Bank of Russia ha espresso il suo giudizio durante un discorso alla Duma affermando che “Il periodo in cui l’economia può vivere di riserve è finito e già nel secondo e terzo trimestre entreremo in un periodo di trasformazione strutturale e di ricerca di nuovi modelli di business”.

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