Europa: continua la crisi nera del mercato auto
Non si ferma la crisi dell’automotive in Europa. Secondo gli ultimi dati Acea, l’associazione europea di costruttori di automobili, a marzo le nuove immatricolazioni in Ue sono scese del 20,5% rispetto allo stesso periodo del 2021, con 844.187 unità vendute. Le continue interruzioni alla catena di approvvigionamento sono state esacerbate ulteriormente dall’invasione russa in Ucraina che ha inciso negativamente sui livelli di produzione. Proprio negli scorsi giorni, Stellantis ha annunciato l’interruzione delle attività nello stabilimento russo di Kaluga a causa delle sanzioni e delle connesse difficoltà logistiche.
La maggior parte dei Paesi europei ha riscontrato cali a doppia cifra a marzo, compresi i quattro principali mercati con la Spagna che guida l’infelice classifica (-30,2%), seguita da Italia (-29,7%), Francia (-19,5%) e Germania (-17,5%). Per quanto riguarda le singole case automobilistiche, Stellantis subisce il colpo peggiore con un calo del 32,9% anno su anno (168.421 unità), seguita da Nissan (-32,4%), Volkswagen (-24,3%) e Bmw (-20,5%). Cali a doppia cifra anche per Renault (-14,1%), Mercedes (-13,6%) e Toyota (-12,2%). Col segno più solo Hyundai (+0,5%).
Il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha affermato ieri durante un question time alla Camera, che il governo considera il settore auto “strategico per il Paese”, ricordando che “il Dpcm attuativo che è attualmente alla Corte dei conti ha previsto importanti stanziamenti, 650 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023, 2024 per favorire la domanda”. Giorgetti ha assicurato che a tale decreto ne seguirà un altro “volto a delle misure pluriennali dal lato dell’offerta con risorse non impegnate sul fronte degli incentivi agli acquisti di autovetture”. L’obiettivo è quello di agevolare la riconversione delle imprese per le quali sono necessari importanti investimenti e proprio a questo livello dovrebbe intervenire il Mise che arriverà a proporre “il finanziamento di strumenti agevolati” ha spiegato Giorgetti, come “contratti di sviluppo e accordi di innovazione rivolti ad agevolare progetti”.