Musk si prende Twitter per 44 miliardi con l’idea di apportare significativi cambiamenti.
Dopo aver accumulato una partecipazione del 9%, rivelata poche settimane fa, alla fine Elon Musk è riuscito a comprare Twitter. Il costo dell’operazione non è indifferente dal momento che l’affare vale all’incirca 44 miliardi di dollari. Il board di Twitter ha accettato a inizio settimana l’offerta di 54,20 dollari per azione dopo che nei giorni precedenti aveva opposto resistenza all’approccio di Musk. Resistenza che è durata ben poco di fronte alle mosse dell’uomo più ricco del mondo.
Si tratta di una delle più grandi acquisizioni nella storia del settore tecnologico ed è destinata a modificare il modo con cui approcciamo i social media. Musk è un utilizzatore compulsivo di Twitter e nell’ultimo periodo ha espresso alcuni dei cambiamenti che vorrebbe apportare per migliorare l’esperienza degli utenti. Oltre alla lotta allo spam e ai bot, sta facendo discutere l’intenzione del patron di Tesla di ammorbidire le regole sulla moderazione dei contenuti dal momento che Twitter “è la piazza cittadina digitale in cui si dibattono questioni vitali per il futuro dell’umanità”, come affermato dallo stesso Musk il quale, inoltre, ha esplicitato più volte di voler rendere open source l’algoritmo della piattaforma.
Il miliardario di origini sudafricane vorrebbe anche introdurre la possibilità di modificare i tweet tramite un ‘edit button’. Allo stesso tempo, Musk ritiene che Twitter dovrebbe ridurre la sua dipendenza economica dalla pubblicità per approdare a un modello di business che poggi sugli abbonamenti. Nonostante Musk spesso si esprima online tramite meme, riferimenti ed enigmi, sembra tuttavia avere le idee chiare e una delle priorità è quella di privatizzare Twitter. Una mossa che permetterebbe al nuovo proprietario di implementare più velocemente i cambiamenti a cui aspira, evitando la pressione degli azionisti.
La vendita di Twitter ha generato grande clamore online, con alcuni utenti che hanno minacciato di lasciare il social media nel caso tale affare si concretizzasse. Sul fronte politico, la senatrice democratica Elizabeth Warren, celebre per la sua lotta contro il potere dei giganti del tech, ha esplicitamente affermato che tale acquisizione è addirittura “un pericolo per la democrazia”, dal momento che “i miliardari come Elon Musk giocano secondo regole diverse, accumulando potere per trarne un vantaggio personale”. Per tale motivo la Warren è tornata a riproporre “una tassa sulla ricchezza e regole ferree” così che le Big Tech possano essere ritenute responsabili del loro agire.
Un avvertimento è arrivato anche dal Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton, il quale ha ricordato a Musk che qualsiasi società che voglia operare in Europa deve rispettare i regolamenti Ue, riconoscendo che “il signor Musk” ha “familiarità con le regole europee per l’automotive e si adatterà velocemente al Digital Service Act”. Un riferimento diretto ai cambiamenti annunciati da Elon Musk soprattutto per quanto riguarda la ‘liberalizzazione’ nella moderazione dei contenuti su Twitter.