Istat: a marzo il tasso di occupazione sale al 59,9%, record dal 2004. +804mila occupati in un anno
Prosegue la crescita degli occupati che a marzo segna un +81.000 unità (+0,4%) sul mese precedente. È quanto rilevato dall’Istat che segnala come la crescita del numero di occupati, +170.000 da inizio anno e +804.000 rispetto a marzo 2021, si associ alla diminuzione dei disoccupati e degli inattivi. Il tasso di occupazione sale al 59,9% (+0,3 punti) al massimo dall’inizio delle serie storiche (2004), mentre la disoccupazione scende all’8,3% nel complesso (-0,2 punti) anche se risulta in crescita al 24,5% tra i giovani (+0,3 punti).
Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono di 72mila unità (-0,6%), un calo osservato in tutte le classi di età ed in entrambi i sessi, con il tasso di inattività che scende al 34,5% (-0,2 punti), ai livelli pre-pandemici. Nel complesso, il numero di occupati torna a superare i 23 milioni anche se in gran parte riguarda i dipendenti a termine, la cui stima raggiunge i 3,1 milioni, ai massimi dal 1977. In particolare, l’aumento dell’occupazione coinvolge le donne e gli over 24, rimane sostanzialmente stabile tra gli uomini mentre diminuisce tra gli autonomi e i più giovani (fascia 15-24).
Le persone in cerca di lavoro calano di 48mila unità (-2,3%) rispetto a febbraio, una diminuzione che interessa le donne e le classi di età centrali. Su base trimestrale, invece, con la crescita occupazionale si rileva una diminuzione sia delle persone in cerca di lavoro (-6,0%, pari a -136mila unità) sia degli inattivi (-0,4%, pari a -54mila unità). Più fosco il panorama per l’industria. Ieri è uscito il dato sull’indice Pmi manifatturiero dell’Italia che ad aprile si è attestato a 54,4 punti, in calo rispetto ai 55,8 di marzo e sotto le attese: un valore che risente del peso delle carenze dei materiali e dell’aumento dei costi.