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    CATASTO, IL CENTRODESTRA VINCE LA PARTITA

    CATASTO, IL CENTRODESTRA VINCE LA PARTITA

    Accordo raggiunto tra Draghi e Centrodestra: scongiurate nuove tasse sulla casa.

    I dissapori all’interno della maggioranza sul tema catasto sono ormai noti, ma la crisi alla fine è stata sventata grazie ad un’intesa raggiunta sulla revisione degli articoli 2 e 6 della delega fiscale, come chiedeva su tutti Forza Italia, con l’appoggio della Lega. “Nell’accordo viene eliminato ogni riferimento al sistema duale, preservando i regimi cedolari esistenti e garantendo una armonizzazione del sistema fiscale” fanno sapere in un comunicato congiunto i due partiti autori della nuova intesa, spiegando che, in riferimento alla riforma del catasto, “viene eliminato ogni riferimento ai valori patrimoniali degli immobili, consentendo l’aggiornamento delle rendite secondo la normativa attualmente in vigore e senza alcuna innovazione di carattere patrimoniale”. Viene quindi scongiurato definitivamente quanto temuto dal Centrodestra: l’aggiornamento progressivo del catasto, in questo modo, esclude “la possibilità di nuove tasse sulla casa”. Dopo l’ennesimo rinvio in commissione, la spaccatura sul tema sembrava diventata insanabile tra le file della maggioranza, visto che Forza Italia e Lega si erano dichiarate sin da subito inamovibili su una revisione che avrebbe potuto consentire la tanto temuta imposizione. Certo, magari non con Draghi, sostenevano i vertici azzurri, ma una revisione dei criteri di mappatura degli immobili avrebbe potuto legittimare i governi futuri a tassare la prima casa. L’accordo trovato con Draghi riguarda inoltre anche le aliquote Imu, che potranno essere ridotte per effetto dell’emersione degli immobili fantasma.

    PAROLA D’ORDINE: BASTA TASSE
    Le perplessità del Centrodestra sono così state azzerate. “Il testo esistente lasciava una serie di dubbi perché diceva che gli estremi catastali erano equiparati al valore patrimoniale e ciò sembrava paventasse nuove tasse sulla casa” ha commentato Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, “Il nostro testo cancella ogni dubbio: pure in futuro nessuna patrimoniale. La norma esistente lasciava una serie di interrogativi che sono stati fugati”, ma ribadisce “il problema non è Draghi”. La vittoria è stata quindi ottenuta nel nome del supremo bene, la casa, che il Centrodestra ed in particolare Forza Italia ha a cuore sin dagli albori. “Come dice Berlusconi, quando l’edilizia va, tutta l’economia tira” ha aggiunto Tajani, “l’edilizia è acciaio, ceramica, elettricità, tutti i componenti industriali. Ci vogliono regole e trasparenza ma non nuove tasse”. Il coordinatore nazionale degli azzurri ha tenuto poi a precisare che FI resta a favore della riforma del catasto in ottica di incremento dell’emersione del sommerso: “Ci sono sempre più immobili fantasma che devono essere accatastati” ha precisato Tajani, “ma la formulazione precedente dava adito a dubbi. Con il testo di oggi, invece, non c’è più alcun rischio e questi risultati sono stati possibili solo grazie alla presenza del Centrodestra al governo”.

    IL NODO DELL’ART. 6
    Il nodo della questione riguardava l’articolo 6 della delega fiscale in discussione in commissione e in Parlamento. La modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione fiscale è volta ad attuare una vera e propria modernizzazione degli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e fabbricati, con una consequenziale possibilità di rilevare gli immobili non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso o la categoria catastale attribuita, così come i terreni edificabili accatastati come agricoli e gli immobili abusivi. Le disposizioni prevedono così un’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati su tutto il territorio nazionale, da rendere disponibile a decorrere dal 1° gennaio 2026.

    Michele Santagati

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