martedì, Novembre 26, 2024
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    Guerra in Ucraina: stop a fornitura gas

    Guerra in Ucraina: stop a fornitura gas
    L’occupazione da parte delle forze russe della zona intorno a Sokhranivka determinerà forse già oggi un primo blocco parziale di fornitura di gas verso l’Europa. Tale drastica misura si rende necessaria, secondo fonti ucraine, a causa del controllo di diverse zone dell’Ucraina attraversate dai gasdotti, attualmente non più in condizione di sicurezza precedentemente garantita dalle autorità ucraine.
    La nuova emergenza energetica si assomma alle difficoltà delle navi container cariche di cereali di salpare dai porti sul Mar Nero, mettendo in seria difficoltà Europa, Asia e Africa.
    Il possibile prolungamento della guerra per chissà quanto tempo potrebbe rivelarsi particolarmente grave per la sussistenza di molte regioni del mondo, alcune delle quali, come l’Africa, a rischio anche di carestia.
    Putin si dice pronto a una guerra lunga, costi quel che costi, anche se prima o poi dovrà anche lui fare i conti con le risorse economiche disponibili e una situazione politica interna sempre meno compatta nel sostenerlo.
    Le repubbliche proclamate russe di Donetsk e Lugansk hanno bloccato Facebook e Instagram in osservanza delle direttive del Cremlino con l’intento di boicottare i due network americani.
    Il conflitto procede ancora come nei giorni scorsi a macchia di leopardo, ma sorprende la dichiarazione della Guardia di frontiera ucraina che dichiara di aver ripreso il controllo di 1200 chilometri di confine russo, anche se il pericolo russo resta molto alto, soprattutto per una linea così estesa.
    Nel dibattito politico interviene anche l’ex segretario di stato americano Henry Kissinger per il quale la guerra contro l’Ucraina farà perdere alla Russia lo status di grande potenza. Suggerisce anche all’occidente di dividere Russia e Cina, ricordando una sua analoga iniziativa all’epoca della guerra fredda.
    L’ex capo della diplomazia Usa ha messo in guardia dal prendere una “posizione antagonistica” sia contro la Russia che la Cina, cosa che potrebbe portare i due Paesi a diventare ancora più vicini. “Dopo la guerra in Ucraina, la Russia dovrà riesaminare la sua relazione verso l’Europa come minimo e la sua generale attitudine verso la Nato”, ha osservato.
    A Mosca la propaganda non si ferma, dal momento che Putin ha annunciato che finché durerà la guerra la legge marziale sarà sospesa (messaggio difficilmente decifrabile) e il ministro Lavrov ha dichiarato che dopo la fine della guerra non ci sarà la possibilità di un mondo dominato dagli Usa. Anche questo messaggio risulta assai poco decifrabile. Ha denunciato, inoltre, il mancato rispetto da parte di Kiev degli accordi di Minsk. Questo è davvero un paradosso provocatorio.
    Nel suo attacco all’Ucraina Lavrov ha scaricato su Kiev la responsabilità della mancata collaborazione per sbloccare le navi cariche di cereali. Peccato che le navi non possano uscire per via dei bombardamenti russi e delle mine disseminate in acqua proprio dalla marina russa.
    Da parte ucraina, Zelensky prosegue con messaggi trionfalistici annunciando l’avanzamento delle forze ucraine a Kharkiv e nella parte orientale del Paese, dove sarebbe stato ripreso parzialmente il controllo del territorio invaso.
    Il Giappone si allinea con le misure sanzionatorie internazionali e blocca numerosi asset russi presenti sul proprio territorio, riconoscendo la Russia colpevole del conflitto e di gravi violazioni dei diritti umani.
    Intanto, il sindaco di Mariupol, la città più martoriata dall’inizio del conflitto, lancia un appello umanitario per i suoi concittadini che rischiano lo scoppio di epidemie a causa delle condizioni igienico-sanitarie ormai insostenibili, a cui si aggiunge la carenza di cibo e acqua.
    Sarebbe necessaria l’evacuazione totale della città, ma chiaramente oggi questo non è praticabile.
    Pietro Broccanello

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