Guerra: Lavrov in Turchia l’8 giugno per discutere dei ‘corridoi del grano’
Mentre le truppe russe avanzano nel Donbass, il Cremlino si dice disposto a fare passi avanti sulla questione del grano bloccato nei porti ucraini. Ieri il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha dichiarato che il suo collega russo, Sergey Lavrov, si recherà in Turchia l’8 giugno assieme ad una delegazione militare per discutere della realizzazione di un corridoio marittimo sicuro che consenta l’esportazione del grano ucraino. Ankara spera che tale vertice possa condurre a una proposta di mediazione più ampia tra Kiev e Mosca con la partecipazione dell’Onu.
Ieri Zelensky ha fatto sapere che prosegue il dialogo con Erdogan con il quale ha discusso delle “minacce alla sicurezza alimentare”. Venerdì scorso il presidente ucraino ha affermato ci sono 22 milioni di tonnellate di grano bloccate dalla Russia, accusata anche di rubare ed esportare illegalmente decine di migliaia di tonnellate di grano. Mosca ha più volte negato di bloccare i porti marittimi evidenziando che se l’export è bloccato la colpa è di Kiev che ha posato numerose mine in diverse zone del Mar Nero. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, Lavrov avrebbe ribadito che se Kiev si impegna nello sminamento dei porti, la marina russa garantirà il passaggio delle navi cargo con il grano verso i porti del Mediterraneo.
Da diverse settimane si sono moltiplicate e intensificate le richieste di Paesi che chiedono lo sblocco di tali derrate che rischiano di provocare una seria crisi alimentare soprattutto in alcune zone dell’Africa. Ucraina e Russia sono due attori strategici nel settore in quanto rappresentano circa il 30% delle esportazioni mondiali di grano, il 75% di girasole e il 20% di mais. Nel frattempo, le quotazioni di tali materie continuano la loro corsa al rialzo.
La situazione, già grave, rischia di precipitare, motivo per cui ieri Macky Sall, presidente dell’Unione africana, è intervenuto al Consiglio europeo come ospite, dove ha affermato che parlerà con Putin in merito alla crisi umanitaria provocata dalla guerra. Tuttavia, secondo fonti europee, Sall si sarebbe detto d’accordo con i leader europei sul fatto che la causa di tale crisi alimentare è da ricondurre alle scelte del presidente russo e non alle sanzioni occidentali.