Mercato auto, 10 mesi di calo
Il mercato auto europeo perde ancora volumi. Il mese di maggio appena passato ha registrato il -12,5%, si tratta del decimo mese in calo di fila, con tutti i principali mercati in negativo. I primi 5 mesi del 2022 registrano una situazione che resta critica, in calo del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La decrescita riguarda la maggior parte dei principali colossi automobilistici del continenti, salvo poche eccezioni. La preoccupazione, oltre che economica, si rivolge anche e soprattutto all’ambiente e alla sicurezza della circolazione.
Sulla carta sembrerebbe un fatto contraddittorio, ma i dati parlano chiaro: non si ferma la discesa del mercato auto in Europa che nei primi 5 mesi di quest’anno ha registrato un calo ben del 12,5% rispetto allo stesso periodo del 2021. Se è vero che durante i 2 anni di pandemia ci sono stati incentivi per promuovere i mezzi di trasposto individuale, il fatto che il periodo subito successivo alla riapertura dopo il covid sia gravemente in calo non era probabilmente quanto ci si aspettava.
E il divario rispetto al periodo pre-pandemia è naturalmente ancora più ampio, considerando che rispetto a maggio 2019 si è scesi del 34,3% (più del doppio rispetto all’anno scorso).
Infatti secondo i dati pubblicati dall’Acea, l’associazione dei produttori europei di auto, nei 30 mercati nazionali del Vecchio continente (cioè Ue, Efta e Uk), nel mese di maggio sono state immatricolate meno di 950mila autovetture. Coi dati registrati nel mese appena concluso si tratta del decimo mese di fila con il segno meno per tutti i principali mercati del settore: -12,1% per l’Italia (quello più in perdita), seguita dalla Spagna con il -10,9%, la Germania con il -10,2% e la Francia con il -10,1%.
Considerando invece il primo pentamestre dell’anno corrente la situazione non è meno critica, con circa 4 milioni e mezzo di auto immatricolate, il che significa un calo del 12,9% rispetto allo stesso periodo del 2021 e del 34,7% rispetto al 2019.
I dati destano grande preoccupazione, naturalmente, e non solo dal punto di vista prettamente economico. Tali volumi di immatricolazioni infatti sono insufficienti per garantire in tutta l’area il corretto ricambio di veicoli giunti a fine vita, e ciò chiaramente con gravi rischi per l’ambiente (tema mai sensibile come ora) e per la sicurezza della circolazione.
Inquietudini e apprensioni riportate anche da Gian Primo Quagliano del Centro Studi Promotor, il quale ha sottolineato anche l’esigenza che le autorità di Bruxelles adottino o suggeriscano provvedimenti e soluzioni agli Stati membri per rilanciare il mercato dell’auto che si trova “al collasso”.
Il drastico calo di vendite e immatricolazioni coinvolge la maggior parte dei principali produttori e dei gruppi automobilistici del continente, a partire dai primi due Volkswagen e Stellantis. BMW e Mercedes hanno perso, da inizio anno, poco più del 12% delle immatricolazioni, mentre tra i brand fanno eccezione solamente Porsche in Germania e DS per gli italo-francesi. Hyundai invece è tra i pochi a chiudere l’ultimo mese con il segno positivo, con le immatricolazioni in crescita del +17%, mentre Toyota tiene pressochè i volumi uguali rispetto all’anno scorso.
Come se non bastasse, le previsioni per il futuro non sono particolarmente rosee e sono rese incerte (come in quasi tutti i settori merceologici) dai destini della guerra in Ucraina e dai problemi derivanti dalla carenza di semiconduttori.
Ciononostante, il mondo delle auto elettriche e plug-in è sorprendentemente in un progressivo consolidamento, raggiungendo nel primo trimestre 2022 rispettivamente il 10% e l’8,9%. Le percentuali di full electric crescono in modo costante in tutti i principali mercati e soprattutto in quelli emergenti, come la Romania; fa eccezione invece l’Italia dove l’elettrico ha subìto un calo del -15 % rispetto allo scorso anno.
Le incertezze, qui, derivano specialmente dai dubbi dei consumatori rispetto alla scarsa reperibilità e capillarità dei sistemi di ricarica.
Pietro Broccanello