Il centrodestra è sempre più “destra”, economica, sovranista, presidenzialista, a “propulsione maggioritaria”, con scarsa attenzione e propensione verso l’Europa e le autonomie locali e regionali, e con un forte desiderio di “superare” l’attuale Costituzione.
Il centrosinistra è sempre più “sinistra”, e solo da poco sostiene l’utilità dell’Europa, della Nato e il ruolo dell’impresa, scivolando sempre più verso diffuse forme di assistenzialismo, di tanti diritti e pochi doveri.
E’ evidente che, di conseguenza, si sta formando e allargando lo spazio del “centro”, sta aumentando il desiderio di un maggior ruolo della politica, del “buon governo” nelle istituzioni nazionali e locali, di forze capaci di “governare” il futuro e dare risposte concrete e coerenti ai problemi del presente.
Non si sente, però, bisogno dei “moderati”, ma piuttosto dei coraggiosi, dei riformisti, degli “estremisti di centro”, di testimoni credibili, di persone capaci di ascoltare e di decidere nell’esclusivo interesse del “bene comune”. Oggi tutti vanno all’assalto dello Stato, cercando di accaparrarsi sempre più spazio e benefici, e con le istituzioni che si “concedono” ai più forti, a danno, spesso dei “senza voce”.
Solo la Politica può trovare le soluzioni e le risposte agli attuali grandi dilemmi. Come trovare, per esempio, il giusto equilibrio tra tutela del lavoro e dell’occupazione e la tutela dell’ambiente e della salute? Tra libertà, privacy e sicurezza, tra democrazia e decisionismo, necessariamente di pochi (i commissari)? Tra solidarietà e merito? Tra libertà d’impresa e funzione sociale della proprietà privata? Tra l’utilità che certi servizi restino “pubblici” e l’esigenza di maggior efficienza tipica del privato? Oggi, in assenza della politica, si propone spesso che i servizi pubblici che funzionano male siano “privatizzati” e che le aziende private che hanno perdite siano nazionalizzate, evitando di risolvere i veri problemi che stanno a monte, relativi, nel pubblico e nel privato, al merito, all’efficienza, alla responsabilità personale.
Gli Italiani saprebbero accettare, per periodi prefissati, anche limitazioni e restrizioni, quando ne vedessero l’utilità o la necessità, saprebbero accettare anche “tasse alte”, se potessero riscontrare che i propri soldi sono spesi bene e che i servizi pubblici funzionano. Sembrerebbe che gli Italiani siano propensi a dare il proprio voto a chi propone “l’uomo forte”, a chi garantisce soluzioni facili a problemi difficili. Ma nello stesso tempo e di più, sono generosi nell’accoglienza e nella solidarietà, e apprezzano sempre la mitezza, la serenità, la ricerca del dialogo, la tenacia, la fiducia nell’Europa. Appaiono spesso opportunisti, diffidenti, disattenti, scettici, egoisti, incapaci di indignarsi, ma non sono “stupidi” e attendono da tanti anni proposte serie e realizzabili, per dare, non solo il proprio voto, ma anche la propria fiducia e un motivato sostegno.
E’ auspicabile, perciò, un ritorno alla politica da parte di chi ha ancora passione civile e, preoccupato per la crisi di valori e del senso del dovere, sappia guardare con interesse ai partiti e ai movimenti civici. E’ in corso uno scontro tra modi diversi di intendere la vita, lo sviluppo, la responsabilità personale: vincerà chi ha basi più solide, radici più profonde.
Sono auspicabili il dialogo e il confronto con le realtà organizzate, come pure alleanze e intese, se vi è amore per la propria terra, la propria cultura e se le proprie opinioni sono ben radicate, da poter distinguere gli argomenti “non negoziabili” dalle flessibilità possibili. Aiutare bisognosi ed emarginati è un obbligo morale e civico, ma la forma migliore è garantire lavoro e sviluppo e certamente non solo aiuti economici o “caritatevoli”.
Può essere d’aiuto, per tutto questo, anche un nuovo sistema elettorale, che preveda, come previsto dalla Costituzione, che il voto, oltre ad essere segreto e universale, sia anche “diretto” e “uguale”, sia, cioè, prevalentemente proporzionale con preferenze. Servirebbe, se non per altro, ad avvicinare e far conoscere ai cittadini/elettori i propri parlamentari (questi sconosciuti!).
Lucano Falcier – ex parlamentare