Draghi: G7 pronto a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario
Si è chiuso ieri il G7 in Germania, tre giorni di confronto tra leader che hanno ribadito il loro sostegno alla resistenza di Kiev contro l’aggressione russa. In particolare, Draghi ha sottolineato che le sanzioni contro Mosca sono essenziali “per portare la Russia al tavolo dei negoziati”. Il premier italiano in questi mesi di guerra è tra coloro che più esplicitamente ha condannato l’atteggiamento di Putin, tuttavia ieri, pur ribadendo che “pace dovrà essere quella che vuole l’Ucraina”, ha specificato che l’occidente deve essere pronto “a cogliere gli spazi negoziali se dovessero presentarsi”.
Eppure al momento non sembra esserci spazio concreto per la ripresa dei negoziati. Il presidente Zelensky in questi giorni ha detto apertamente che auspica una cessazione delle ostilità prima della fine dell’anno. Un proposito a cui ha risposto direttamente il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il quale, secondo quanto riporta la Tass, ieri avrebbe dichiarato che il conflitto può finire “prima della fine della giornata odierna” se il governo ucraino ordinasse alle sue “unità nazionaliste di deporre le armi”. Affermazioni vaghe che non avvicinano gli schieramenti.
Draghi è consapevole che Putin sta cercando di consolidare altre sponde, come è successo in questi giorni in occasione della riunione dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica). Per questo motivo il presidente del Consiglio, durante la conferenza stampa del G7, ha dichiarato la necessità di coinvolgere altri Paesi. Questo perché Stati Uniti ed Europa sono sì tra le zone più ricche del mondo ma costituiscono “una minoranza della popolazione mondiale, una minoranza di opinione” ha spiegato Draghi: “Il G7 è consapevole che se vuole che i suoi principi – la difesa delle democrazie, l’avversione alle autocrazie – si diffondano nel mondo, occorre avvicinare gli altri paesi, renderli compartecipi delle decisioni fondamentali”.
Redazione