La visita di Biden in Medio Oriente
Secondo un’antica ma ancora valida logica realista, Biden si è recato in Medio Oriente per rafforzare i legami tra Israele e Arabia Saudita contro quella che gli Stati Uniti considerano la principale minaccia della regione: l’Iran. Il tentativo è ambizioso, visti gli storici rapporti conflittuali dei Paesi Arabi con Tel Aviv, ma nel mondo delle relazioni internazionali il nemico del mio nemico è mio amico e tanto basta per evitare uno scontro aperto, mentre altre volte ciò è sufficiente a favorire un avvicinamento.
La Casa Bianca vuole tentare di aprire un nuovo capitolo in Medio Oriente, come sottolineato dal Consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, secondo il quale uno degli obiettivi primari del viaggio di Biden è aumentare il livello di integrazione di Israele nella regione. Nel concreto, sul piatto c’è un partenariato regionale tra Israele e i suoi vicini arabi, tra cui gli Emirati Arabi Uniti, incentrato sulla difesa aerea al fine di proteggersi dalle minacce delle forze armate iraniane. Obiettivo tutt’altro che semplice vista la complessa rete di interessi in campo. Dall’altra parte, Biden è stato criticato per questo viaggio anche perché incontrerà di persona il principe ereditario del Regno saudita, Mohammed bin Salman, ritenuto il mandante del brutale assassinio del giornalista Jamal Khashoggi.
Nella prima tappa di Biden in Medio Oriente, secondo quanto riportato dal Jerusalm Post, verrà annunciato una partnership strategica tra Israele e Stati Uniti che prevederà una dichiarazione comune contro il programma nucleare iraniano, elemento in cime alle paure di Tel Aviv. Inevitabile la reazione irata dell’Iran. Il suo presidente, Ebrahim Raisi, ha affermato che la visita di Biden non porterà maggiore sicurezza nella regione. Ma gli Stati Uniti non sono gli unici attori ad avere interessi in Medio Oriente. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si augura che lo sviluppo delle relazioni tra Washington e Riad, tra cui esistono comunque diverse linee di tensione sulla questione dei diritti umani e del petrolio, non sia direzionato contro Mosca.
Redazione