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    Cosa resterà dell’Italia dopo queste elezioni? Intervista a Carmelo Ferraro

    Cosa resterà dell’Italia dopo queste elezioni? Intervista a Carmelo Ferraro

    Qual è la situazione politica mentre si sta andando verso le elezioni?

    Andiamo a votare repentinamente e con una legge elettorale inadeguata. Ancora senza la possibilità di scegliere i candidati, che saranno nuovamente calati dall’alto nei nuovi grandi collegi. E con la “necessità” di creare ampie alleanze, che già si stanno dimostrando improvvisate o forzate, solo per provare ad avere un seggio più degli altri e penalizzando oltremodo chi non è in grandi “cartelli elettorali”.

    Abbiamo davanti lo spettro di una forte astensione, che è andata nel tempo via via aumentando, come si combatte?

    L’astensione è figlia del disinteresse, della delusione, della rabbia. Al momento solo il 30% sa cosa andrà a votare. Per vincere e convincere ci vuole la “discesa in campo” di persone competenti e realmente rappresentative del territorio, con connessioni solidali con il tessuto sociale; non i soliti noti o addirittura sconosciuti (come accaduto spesso) che non hanno alcun collegamento con le persone, le comunità. Per togliere spazio alla protesta e rabbia sociale ci vuole la serenità e il sorriso di persone che già interpretano ruoli positivi nella società. E poi sono necessari argomenti, temi, proposte che non siano accozzaglia di promesse mirabolanti che tutti sanno che non verranno realizzate per svariati motivi. Si vede all’opera molta strategia elettorale e poco che suscita mobilitazione, attenzione, passione.

    C’è ancora un mondo “moderato”, “cattolico”, “popolare” da coinvolgere?

    Sembra tutto sparito, sopratutto l’impegno dei Cattolici ormai da anni scomparsi dall’impegno diretto, e quindi scomparsi i relativi temi dai tavoli di governo.
    Ma è il cosiddetto mondo dei moderati, un tempo maggioranza anche nella rappresentanza politica, ora decisamente schiacciati dai poli estremi e parcellizzati dalla mancanza di volontà/capacità di aggregarsi.
    Lo spettro dell’acuirsi della crisi economica e sociale del prossimo autunno, va affrontato con la mobilitazione responsabile nella politica della società più attiva e produttiva.

    E la situazione a Milano?

    Sarebbe opportuno che anche le elezioni e la campagna elettorale si portassero dietro un cambio di passo per Milano.
    Nella città che sta per rialzare la testa si prospettano ancora aumenti dei biglietti dei mezzi pubblici, aumenti dei costi dell’area C, da ottobre muove assurde restrizioni per accessi in area C e pagamenti in area B.
    Mentre c’è un tema di prevenzione della violenza ancora irrisolto, così come il necessario ridisegno della viabilità. Ma non possiamo dimenticarci l’annosa questione del caro abitazioni che penalizzano pesantemente i giovani e gli anziani. che sono il presente e il futuro di questa città.

    CF

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