L’autunno caldo di Europa e Ucraina
Mentre l’Europa si prepara a un inverno più freddo del solito a causa della crisi energetica, l’autunno rischia di essere parecchio ‘caldo’. La tensione nel Vecchio Continente rimane alta dopo la nuova fiammata dei prezzi del gas che a inizio settimana hanno registrato un’impennata a doppia cifra a seguito dell’annuncio di Gazprom sul mancato ripristino dei flussi di metano tramite Nord Stream. Una mossa considerata parte della strategia di Putin il quale starebbe ricorrendo al gas come arma per mettere sotto pressione i governi europei, molti dei quali stanno cercando di correre ai ripari stanziando risorse per aiutare famiglie e imprese a pagare le onerose bollette.
Nel frattempo, la guerra va avanti. Zelensky ha affermato che le forze ucraine stanno avanzando sia a sud, dove sono stati liberati due villaggi, sia a est. Successi portati avanti anche grazie all’utilizzo dell’artiglieria a lungo raggio, fondamentale per colpire i ponti sul fiume Dnipro e tagliare le linee di rifornimento delle truppe di Mosca. A Kiev mancano tuttavia le forze per una controffensiva su larga scala mentre i russi proseguono con la campagna di bombardamento delle città ucraine tramite missili anche se devono fare i conti con la risposta sul campo. In questi giorni, infatti, gli amministratori russi della provincia occupata di Kherson hanno deciso di sospendere i preparativi del referendum che avrebbe potuto decretare l’annessione alla Russia, a causa della controffensiva ucraina in atto nella zona.
Per quanto riguarda Zaporizhzhia, la società nucleare statale di Kiev, Energoatom, ha affermato che solo due membri della missione dell’Aiea rimarranno presso la più grande centrale nucleare d’Europa, mentre altri quattro hanno lasciato il sito. La struttura rappresenta uno snodo fondamentale del confronto russo-ucraino nella misura in cui è ancora gestita da ingegneri ucraini nonostante sia stata catturata in primavera dai russi. Ieri Energoatom ha annunciato che il reattore numero 6, l’ultimo operativo, è stato disconnesso dalla rete, sembra a causa di un incendio dovuto a un bombardamento, il quale avrebbe danneggiato la linea elettrica che collega la rete del Paese al reattore. Nel corso dei mesi, le due parti in guerra si sono reciprocamente accusate di aver attaccato l’enorme zona del sito, motivo per cui rimane alta la preoccupazione di un disastro nucleare.