FIORELA MISHKA, QUANDO LA PAROLA D’ORDINE È “NON MOLLARE MAI”
Ci sono passioni innate, che anche col passare del tempo non svaniscono mai. E allora solo perseverando, combattendo ogni giorno, e non mollando mai, ecco che anche obiettivi che tempo prima apparivano lontani, si avvicinano sempre di più. Fino a realizzarsi. Oggi raccontiamo una storia di successo, quella di Fiorela Mishka, bresciana di origine albanese, giovane osteopata, che a soli 29 anni vanta un curriculum degno di nota, ed una passione ed una grinta che possono solamente far ben sperare per il futuro.
Fiorela, raccontaci un po’ di te.
Mi chiamo Fiorela Mishka, ho 29 anni e vivo a Chiari (BS) da sempre. Oggi faccio l’osteopata ma provengo da una formazione diversa. Ho infatti concluso gli studi con il diploma artistico e dopo la maturità dipingevo quadri ad olio su commissione. Sembra un settore che nulla ha a che fare con la mia attuale occupazione, ma l’anatomia l’ho studiata molto bene al liceo. Ci vuole sensibilità d’artista per fare questo lavoro ed è davvero difficile sfondare. Da noi, poi, l’arte non è molto spinta a meno che non si faccia parte di un’élite. Così mi stavo lasciando andare, ma poi ho riscoperto il mondo della sanità. Da lì ho iniziato il percorso di massoterapista, che mi ha portato a seguire molte squadre di calcio, dal Brescia Calcio femminile alla nazionale dell’Albania. Seguivo gli atleti dalla A alla Z.
Caspita, un passaggio non indifferente. In cosa consisteva la tua mansione?
Sostanzialmente mi presentavo agli allenamenti e seguivo i calciatori nel pre-partita e nei weekend di gara. È un mondo complicato perché è prettamente maschile, e molto spesso ho dovuto ignorare tanti pregiudizi e sopportare certe frasi di troppo. Penso anche che quando un professionista dimostra di essere tale riesce a sorvolare anche su questo. Dopo questa esperienza, inoltre ho lavorato per un anno in una clinica dentistica che trattava problematiche intraboccali o a livello atm, specialmente post-operatorie.
Hai sottolineato che soprattutto la professione legata al mondo del calcio è prettamente maschile. Quanto è stato difficile importi in quel settore?
È stato molto difficile. Bisogna essere forti e credere in quello che si fa, solo così si affronta la difficoltà. La mia costanza e la mia perseveranza mi hanno portato a superare ogni pregiudizio. Pregiudizio dettato dall’ignoranza e dalla non conoscenza della professionalità di chi hai di fronte. E si risponde nel modo migliore ai pregiudizi con i fatti.
Poi hai fatto un altro passaggio ulteriore, giusto?
Sì, mi hanno presentata alla manager del relais franciacortino dell’Albereta, ed ho iniziato ad occuparmi del settore wellness partendo dalla medicina cinese. All’Albereta ho avuto la possibilità di conoscere il dott. Roberto Dell’Avanzato, che mi ha fatto scoprire il mondo dell’osteopatia, un mondo che è divenuto parte integrante di me stessa. Il dott. Roberto Dell’Avanzato ha fondato una Wellness clinic in Brianza con un un’equipe fatta di medici che lavorano prevalentemente su medicina estetica, complicanze filler, problematiche della pelle post-parto e molte altre problematiche. Oggi oltre ad occuparmi di questo settore tratto anche alcune patologie del bambino e dell’anziano, specialmente problematiche post-traumatiche.
Insomma, un bel salto di qualità.
Sì, un grande salto di qualità e anche un importante salto per la mia formazione professionale, perché ogni giorno ho a che fare con dei medici, che sono comunque persone che ne sanno più di me. Questo mi permette di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo e talvolta anche di mettermi in discussione.
Oggi di cosa ti occupi nello specifico?
Oggi nello specifico tratto le patologie di prevenzione e post-trauma, dal neonato all’anziano, seguo le problematiche posturali, date da un infortunio o da una caduta e li accompagno nel percorso di superamento attraverso esercizi osteopatici. Oltre a questo mi occupo del settore di medicina estetica e rigenerativa presso la Zucchi Wellness Clinic degli Istituti Clinici Zucchi di Monza.
Quali sono i progetti per il futuro?
Quando ho iniziato ad andare in sala operatoria affiancando il chirurgo della mano mi sono appassionata molto del settore degli interventi chirurgici, quindi vorrei iniziare il percorso di ortopedia e chirurgia. Non è un percorso semplice né un percorso corto, ma ci voglio quantomeno provare, poi si vedrà. Diciamo che lo stare immersi fra i medici genera quell’adrenalina che ti spinge ad andare sempre oltre.
Grazie.
Andrea Valsecchi