Luce e gas, indagini per presunte pratiche scorrette
Secondo le indiscrezioni l’Antitrust, garante dei consumatori, avrebbe aperto quattro indagini nei confronti di quattro fornitrice di energia e gas sul mercato libero. Nello specifico, si tratterebbe di Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti. L’istruttoria, stando a quanto si apprende, dovrebbe avere ad oggetto una serie di modifiche unilaterali dei prezzi, le comunicazioni ai clienti, ed anche minacce di distacco a fronte della mancata accettazione delle nuove condizioni. Tutte pratiche che rientrano nelle condotte vietate dal decreto Aiuti bis e dal Codice del consumo. Le condotte sono ora al vaglio delle autorità e ancora tutte da verificare, ma pare che già l’Antitrust avrebbe sentito le ragioni dei diretti interessati, riservandosi di emanare eventuali provvedimenti cautelari urgenti, finalizzati quantomeno a ripristinare la situazione previgente, inibendo così le condotte sospette, almeno fino a una pronuncia definitiva, se ci sarà.
L’Antitrust, nel frattempo, starebbe ricercando informazioni anche nei confronti di altri operatori del settore, spulciando comunicazioni inviate almeno a partire dal primo maggio, al fine di far maggiore chiarezza sul punto, stante il repentino incremento dei costi, che a causa dei rincari stanno gravando su famiglie ed imprese.
La legittimità delle modifiche unilaterali
Ma come avvengono le modifiche unilaterali? Tutti noi ci siamo trovati, almeno una volta nella vita, nella situazione sopra paventata, che non sempre – si badi – è da considerare totalmente illegittima. L’articolo 3 del decreto legge Aiuti bis (convertito nella legge 142 del 2022), nel trattare dei contratti sottoscritti sul mercato libero dell’energia e del gas, specifica la sospensione, fino al 30 aprile 2023, delle clausole contrattuali che consentono ai fornitori di modificare il prezzo della tariffa. I preavvisi, comunicati da parte delle aziende fornitrici prima della data di entrata in vigore della disposizione, devono considerarsi inoltre sospesi, sempre fino al 30 aprile del prossimo anno, “a meno che le modifiche contrattuali si siano già perfezionate”.
I fatti
Stando a quanto riportato dalle principali testate, la prima contestazione, mossa nei confronti di Iberdrola ed E.ON. riguarderebbe la comunicazione agli utenti della risoluzione del contratto di fornitura per eccessiva onerosità sopravvenuta, che sarebbe stato possibile bypassare a fronte dell’accettazione di un nuovo contratto, a condizioni economicamente più gravose per il consumatore finale. Sempre da quanto si apprende, la contestazione mossa nei confronti di Dolomiti, invece riguarderebbe la modifica unilaterale del prezzo prima dell’entrata in vigore del decreto Aiuti bis, ma comunque inibita dall’efficacia, anche retroattiva, della disposizione in oggetto. Per quanto invece concerne Iren, l’accusa mossa, dovrebbe riguarda la comunicazione circa la scadenza di tutte le offerte a prezzo fisso, con la conseguente proposta di nuove condizioni economiche più gravose, senza acconsentire alla possibilità per l’utente di recedere dal contratto.
Andrea Fortebraccio