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    COREFAB – Il coraggio di organizzare un non-sales meeting per ascoltare le persone. La parola a Veronica Meloni, HR Business Partner di ABB

    COREFAB – Il coraggio di organizzare un non-sales meeting per ascoltare le persone. La parola a Veronica Meloni, HR Business Partner di ABB
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    Ho conosciuto Veronica in un’occasione molto speciale. Provo a sintetizzare. ABB cercava di organizzare l’annuale sales meeting per il Local Sales e Service unit della Divisione Measurement & Analytics. Tuttavia i manager dell’organizzazione hanno fatto emergere che i loro collaboratori avessero bisogno di qualcosa di diverso da un meeting tradizionale con case e dati, con performance e indicazioni, seppur preziose, sullo stato delle cose. Forse perché, “lo-stato-delle-cose-in-azienda” include obbligatoriamente anche tutti quei rapporti personali che riguardano le persone, e le loro relazioni, in senso stretto. E ancora “lo-stato-delle-cose-in-azienda” non può prescindere dalle persone che, di fatto, l’azienda la vivono e fanno crescere tutti i giorni. Così, con l’appoggio dei colleghi Paolo Fumagalli, Loredana Tullio e Valerio Pazzini e con il supporto di Corefab società benefit, quel sales meeting è diventato, in men che non si dica, un “non-sales meeting”. E infatti, con grande partecipazione organizzativa di tutti i soggetti citati, la riunione annuale si è trasformata in una due giorni di workshop e team building con un duplice obiettivo: analizzare gli stereotipi aziendali e mettere, nero su bianco, le perplessità, debolezze e paure di tutti i collaboratori; trasformare questi stereotipi in modello positivi, così da rafforzare le collaborazioni in essere ed approfondire la conoscenza reciproca dei partecipanti. E senza andare oltre, chiediamo alla diretta interessata, come è stato.
     
    ● Veronica, ben trovata. Iniziamo dalla fine: come ti sei sentita al termine dell’evento organizzato insieme?
     
    Mi sono sentita soddisfatta ed entusiasta. Sono stati due giorni unici e davvero ricchi di emozioni ed opportunità.
     
    ● Ora, torniamo all’inizio, con quella domanda da cui siamo partiti: quale fu il tuo primo lavoro? Cosa hai avuto l’occasione di imparare?
     
    Il mio primo lavoro? A 16 anni mi sono ritrovata a fare da baby-sitter ad una bambina di 6. Il mio insegnante di Aikido aveva bisogno di qualcuno che aiutasse la sua unica figlia con i compiti così, mi propose il “lavoro” ed io accettai con curiosità ed anche un po’ di timore. Ho imparato a prendermi cura di lei, a cercare di capirla ed ho capito che mi piaceva molto vederla crescere e mi dava soddisfazione quando ascoltava i miei suggerimenti…   tant’è che ancora oggi nel mio lavoro cerco di prendermi cura delle persone e di capirle…
     
    ● Quindi, perché un non-sales meeting? E perché un lavoro di approfondimento sugli stereotipi aziendali?
     
    Dopo più di due anni di pandemia, di distanza e di cambiamenti organizzativi dettati dalla nostra organizzazione globale avevamo tutti bisogno di ritrovarci. Così avevo proposto a Paolo Fumagalli (Local Division and Sales Manager) di pensare ad un meeting, magari un po’ d’ispirazione e lui ha pensato di organizzare un Sales Meeting. Poi però, ci siamo resi conto che avevamo bisogno di cercare di andare oltre. ABB è molto attenta ai temi della D&I, ha lanciato un manifesto e abbiamo diversi gruppi di colleghi volenterosi e volontari che stanno lavorando sui temi del gender, generation e abilities. Già dall’anno scorso abbiamo lavorato sui temi del pregiudizio e proprio grazie a tutti questi spunti abbiamo pensato di concretizzare dei concetti nel nostro vissuto quotidiano, per le nostre persone. Il supporto di Loredana (Hub Marketing & Communication Manager) è stato fondamentale.
     
    ● Qual è stata la reazione dei collaboratori di ABB? Avete fatto una survey conclusiva? Di cosa credi che abbia beneficiato il gruppo, in particolare?
     
    Tutti i colleghi sono stati entusiasti, hanno tutti apprezzato tantissimo e ci hanno ringraziato per l’evento, l’esperienza è stata unica. Anche la survey è stata un successo (nessuno si è lamentato… : – ) ). Probabilmente l’effetto sorpresa in crescendo è stato l’altro fattore vincente ma la cosa che credo sia stata davvero apprezzata è che abbiamo parlato di loro, dei loro bisogni, abbiamo messo al centro loro e di come quotidianamente si può superare un pregiudizio a seconda dell’atteggiamento che si vuole adottare. Oltre al fatto che ritrovarsi tutti insieme dopo più di due anni, ti permette di vivere quella dimensione della condivisione di emozioni che probabilmente tramite un video e le mail si erano un po’ perse.
     
    ● Nella progettazione dell’evento hai avuto modo di riflettere con un giovanissimo Marcos Sanchez, facilitatore esperto di processi: quanto è stato importante collaborare con lui?
     
    Marcos, così come Marco, ci hanno aiutato a tradurre i nostri pensieri nell’attività “formativa” e di team building. Noi abbiamo dato lo spunto sugli stereotipi delle funzioni e lui ci ha guidato sul come costruirla, mi è piaciuto molto il suggerimento di passare dallo stereotipo negativo al modello positivo, ha arricchito moltissimo l’esperienza ed ha creato poi il collegamento all’attività del secondo giorno: la svista che è stato un altro momento davvero emotivamente coinvolgente, arricchito ulteriormente dalla presenza di Daniele Cassioli.
     
    ● Durante l’evento ti ho visto emozionata, più volte, per merito delle potenti parole di Daniele Cassioli. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
     
    Non conoscevo Daniele e sono stata potentemente e positivamente rapita dalle sue parole e dal suo esempio. La sua autoironia è fantastica e non trovo un termine solo per definire lui perché è stato davvero emotivamente coinvolgente, unico ed eccezionale. Mi sono emozionata perché ha espresso dei concetti davvero chiave per la vita di ciascuno che si possono applicare al mondo del lavoro ma anche e soprattutto alla vita di tutti giorni. Ciò che mi è entrato dentro è quanto sia importante l’atteggiamento, Daniele ce l’ha raccontato condividendo la sua esperienza di vita ma ognuno di noi può davvero fare la differenza se lo vuole e per me, che lavoro nella funzione risorse umane è fondamentale tenerlo ben in mente. Ci ha parlato del tema della fiducia… insomma tanti tanti spunti arricchenti e fermarsi a riflettere non ci è sempre concesso.
     
    ● Noi di Corefab ripetiamo in continuazione che #siamotuttiindispensabili. L’abbiamo fatto diventare un hashtag, un credo, un mantra. Vale anche in ABB?
     
    Aggiungere Unici e quindi sì, vale sicuramente anche per ABB che chiede alle sue persone di mettersi in gioco con coraggio, prendendosi cura di quello che fanno collaborando con curiosità e questi sono i valori di ABB quindi direi che siamo più che allineati.
     
    ● Nel tuo ruolo, cosa puoi suggerire ai più giovani per vivere al meglio le relazioni professionali nel luogo di lavoro?
     
    Quello che dico spesso è che passiamo al lavoro tantissimo tempo ed è per questo fondamentale costruire relazioni positive, di collaborazione e di fiducia reciproca. Questo ci permetterà di crescere sempre, sia professionalmente ma anche umanamente. Il creare relazioni costruttive ci permetterà di poter condividere anche i momenti di difficoltà perché come nella vita privata anche nella vita professionale si incontrano, ma questo non deve spaventare ma deve essere elemento di stimolo per fare di meglio chiedendo anche l’aiuto o il supporto ad un collega o al proprio responsabile.
    Quindi concludo ringraziando i miei compagni di avventura, Loredana, Valerio che ci ha seguito e Paolo che ci ha creduto; voi tutti di Corefab che ci avete aiutato e Daniele che ci ha ispirato. Un’esperienza unica, arricchente e per me questo rappresenta bell’inizio…
     
    Marco Menoncello
    www.corefab.it

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