Guerra, Zelensky: oltre 250 bombardamenti su regione di Kherson in sette giorni
Un’invasione finalizzata alla conquista di un territorio e allo smantellamento delle sue istituzioni, richiede necessariamente truppe di terra. Ma il blitzkrieg di Putin di fine febbraio per impossessarsi di Kiev in poche settimane non ha funzionato e piano piano abbiamo assistito al ritiro dei russi da molte zone occupate. Eppure, il Cremlino non rinuncia a seminare devastazione e terrore e lo fa tramite i missili. In particolare, sembra che a Putin non vada giù il ritiro forzato da Kherson, da cui i russi se ne sono andati senza subire particolari danni.
Zelensky questa settimana ha riferito che in sette giorni l’esercito di Mosca ha bombardato trenta insediamenti nell’area di Kherson per ben 258 volte, sottolineando che queste azioni non sono altro che “il loro tentativo di vendicare il fatto che gli ucraini si sono ripetutamente difesi contro di loro”. Nei primi giorni dopo la liberazione di Kherson sembrava che la città avesse subito meno devastazioni e violenza di altre cittadine, tuttavia ora pare che questa speranza sia destinata a fare i conti con la brutalità degli aggressori. Secondo quanto riporta la Bbc, in un villaggio a meno di cinquanta chilometri da Kherson, a Pravdyne, sarebbero stati recuperati diversi corpi. Per il New York Times ci sarebbero prove di violenze, tra cui mani legate con la corda e fori di proiettili nel cranio. In attesa di accertamenti e verifiche, pare che il modus operandi dei russi sia abbastanza coerente con chi oppone resistenza.
Per il momento, non paiono esserci segnali di una tregua nei bombardamenti. Secondo quanto riferisce il Kyiv Independent, Mosca avrebbe spostato nella vicina Bielorussia una quindicina di sistemi missilistici terra aria oltre ad alcuni veicoli di ingegneria militare. Minsk rappresenta una minaccia neanche troppo sopita per Kiev viste le molteplici dichiarazioni del leader Lukašėnka, allineato con Putin anche se in un rapporto di chiara inferiorità. Il fronte settentrionale rimane, dunque, una zona calda. Washington ha dato il via libera alla vendita di 80 missili di precisione alla Finlandia: un pacchetto dal valore di 232 milioni di dollari. Toccherà al Congresso autorizzare la fornitura, in un momento delicato che vede Helsinki prepararsi a entrare nella Nato.