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    Juventus, prosegue l’indagine con lo spettro della retrocessione

    Juventus, prosegue lindagine con lo spettro della retrocessione
    Gli scheletri nellarmadio prima o poi si fanno sentire. Quello della Juventus si chiama retrocessione. Poter rivedere un replay di quanto accaduto nel 2006 allesito di Calciopoli non sembra così improbabile. A sostenerlo è Mattia Grassani, avvocato esperto di diritto sportivo e legale del Napoli: Questa è l’indagine più pesante e grave che la Juve ha subito nella propria storia, forse anche superiore a quella di Calciopoli. Perché – ha spiegato Grassani a “Radio Anch’io lo sport”, su RadioRai – le fattispecie sia di reato, sia di violazione di norme borsistiche, norme societarie e sportive abbracciano un arco di comportamenti illeciti, siamo ovviamente alle ipotesi, che non ha precedenti. Per Grassani infatti, la Juventus rischia più dell’ammenda o della penalizzazione. Quello che sta emergendo, secondo la norma, può portare all’esclusione del campionato e alla retrocessioneLesperto precisa infatti che l’articolo 31 comma 2 del Codice di giustizia sportiva, che parla di violazioni in materia economico-finanziaria e gestionale stabilisce che, se ci sono alterazioni di documenti, quindi scritture private che posticipano il pagamenti degli stipendi, questa serie di ipotesi di violazioni disciplinari può comportare conseguenze superiori alla penalizzazione. La norma – fa notare l’avvocato – prevede che, in caso di ottenimento dell’iscrizione al campionato attraverso alterazione di documenti, di scritture private che posticipano i pagamenti dovuti ai calciatori nella stagione 2021/22, o che addirittura rinunciano fittiziamente, può comportare addirittura l’esclusione dal campionato, la retrocessione all’ultimo posto e la perdita del titolo di campione d’Italia. I tempi? Siccome la giustizia sportiva ha tempi brucianti e la necessità che le sanzioni siano afflittive, a differenza della giustizia penale, civile e di quella borsistica, se dovesse esserci deferimento, il procedimento si concluderà sicuramente entro la stagione 2022/23 e le sanzioni saranno poi scontate immediatamente. Lavvocato Grassani ripercorre infatti le tappe della maxi inchiesta di Calciopoli, iniziata proprio con le dimissioni del cda, composto da Moggi, Girando e Bettega, analogamente a quanto accaduto nel recente passato dove ad andarsene è stata la dirigenza guidata dallormai ex Presidente Andrea Agnelli. “È un segnale positivo – spiega lavvocato Grassani – la Juventus ha tagliato nettamente con il passato, ma non basta a ridurre la gravità dei fatti né ad arrivare a sanzioni più miti. Si tratta di reati societari che con le dimissioni non sono più reiterabili, quindi la richiesta di arresti domiciliari per Agnelli sarebbe inutile, non credo che la procura faccia ricorso su quella richiesta. Credo che la vicenda proseguirà con tutti gli indagati in libertà.
    Ma detto ciò appare verosimile il fatto che linchiesta che è in questi giorni nella sua fase istruttoria sia addirittura più grave e pesante di quella del 2006: “Allora il sistema Juve fu quello di inquinare e attaccare il sistema arbitrale dal vertice. Oggi il fatto che gli stessi protagonisti si lascino andare a questi paragoni dicendo è più grave di Calciopoli dimostra la consapevolezza della gravità dei loro comportamenti e certifica come tutte quelle ipotesi di reato rappresentino un comportamento ancora più grave rispetto a Calciopoli. Perché un conto è avvicinare un arbitro o un designatore, un conto è drogare i conti della società, viola la parità competitiva con gli altri club, e altera la regolarità del campionato”. E in tutto questo anche la Uefa è in allerta: questo è un fronte finora poco approfondito, questa situazione anche per l’Uefa è unica. Tutti gli altri procedimenti riguardavano sforamenti dei tetti di spesa, conclusi con lo stop al mercato.
    Andrea Fortebraccio

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