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    Assegno unico: rivalutazione importi e platea più ampia

    Assegno unico: rivalutazione importi e platea più ampia
    È in arrivo la rivalutazione dell’8,1% sugli importi e le maggiorazioni relativi all’assegno unico. Da febbraio la quota minima passa a 54,1 euro e la massima a 189,2 euro, mentre aumentano anche le soglie Isee dei beneficiari e gli incrementi per le giovani madri under 21 e per le famiglie con più di tre figli.
    È già stata liquidata dall’Inps la mensilità di febbraio 2023 relativa all’assegno unico e da questa settimana gli accrediti saranno disponibili sui conti correnti dei beneficiari. In questo modo 5,4 milioni di famiglie con figli, raggiunte dall’assegno unico universale, riceveranno la nuova mensilità adeguata al costo della vita. Con la rivalutazione degli importi e delle maggiorazioni, insieme ai nuovi criteri di assegnazione, si potrà godere di assegni più ricchi e a beneficiarne sarà una platea più ampia.
    La rivalutazione prevista è dell’8,1%, che da febbraio porta la quota minima a 54,1 euro e la massima a 189,2 euro. Nel frattempo aumentano anche le soglie Isee per cui si risulta idonei e gli incrementi per le madri under 21, per chi ha doppio reddito e pwer i figli dal terzo in poi. Per poter richiedere l’assegno unico è necessario rinnovare l’Isee entro la fine del mese: sono state inviate già sei milioni di Dsu.
    La rivalutazione annuale in base all’indice di inflazione, prevista dal testo di legge che ha istituito l’assegno unico, è pensata per cercare di adeguare le esigenze delle famiglie (in particolare quelle più numerose) all’accresciuto costo della vita. L’Inps ha deciso di adeguare le erogazioni a partire dal mese di febbraio, mentre la quota rivalutata relativa al mese di gennaio verrà saldata con il pagamento del mese di marzo.
    I nuovi importi per il 2023 e la relativa circolare Inps saranno divulgati nei prossimi giorni, ma si è già in grado di ufficializzare il tasso di rivalutazione pari all’8,1%, definito d’intesa con il ministero delle Finanze in linea con la variazione media annua dell’Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi) di Istat.
    L’Inps ha fatto inoltre sapere che l’adeguamento è stato applicato sia sugli importi base dell’assegno unico previsti per ciascun figlio, sia sulle soglie Isee che modulano gli importi. La fascia a cui spetta la quota massima, ad esempio, oggi sotto i 15 mila euro di Isee, salirà a 16,2 mila euro, includendo così un numero maggiore di beneficiari, mentre la quota minima scatterà oltre i 43 mila euro di Isee.
    Scade a fine mese, invece, la corsa al rinnovo dell’Isee: ci sono ancora due settimane per inviare la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) all’Inps e ottenere l’aggiornamento dell’indicatore, altrimenti a partire dalla mensilità di marzo verrà erogata solamente la quota minima di 50 euro per ciascun figlio. A quel punto solo chi aggiornerà l’Isee entro il 30 giugno potrà ottenere gli importi arretrati ricalcolati in base al parametro dal mese di marzo, mentre chi non rispetterà la scadenza li riceverà modulati sull’indicatore solo dal momento di presentazione della Dsu.
    Secondo i dati trasmessi dall’Inps, finora nel 2023 sono già state inviate circa 6 milioni di Dsu, più della metà di quelle inviate durante tutto l’arco dell’anno scorso. Chi ha anticipato i tempi, aggiornando l’indicatore tra gennaio e febbraio, vedrà la propria prestazione calcolata sulla base dell’ultima dichiarazione disponibile fin dalla mensilità di febbraio.
    Pietro Broccanello

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