Visualizzazioni dei dati di altri utenti, «scambi di account», portale non accessibile. L’Inps è andato in tilt il primo giorno utile per richiedere il bonus di 600 euro, generando il caos.
Appena dato il via per richiedere il bonus dei 600 euro, il sito dell’Inps è andato in tilt e si è creato il caos. Il destino è crudele, si sa, e infatti il primo giorno in cui era possibile inviare la domanda per ottenere l’indennità prevista dal decreto «Cura Italia» era il primo aprile, giorno universalmente noto per la tradizione degli scherzi. C’era dunque da aspettarsi che qualcosa andasse storto ma nessuno si aspettava un disastro su tutta la linea. Dall’una di notte di mercoledì 1 aprile fino alle 8:30 l’istituto nazionale di previdenza sociale ha ricevuto circa 300mila domande regolari: «Una cosa mai vista sui sistemi dell’Inps che stanno reggendo – ha sottolineato il presidente Tridico all’Ansa – sebbene gli intasamenti sono inevitabili con questi numeri».
Eppure i migliaia di lavoratori che hanno continuato a provare a inviare la domanda telematica hanno riscontrato più di qualche intasamento. In mattinata arrivavano circa 100 domande al secondo e il sito alla fine è andato in tilt: molti infatti non sono nemmeno riusciti a entrare. Chi è riuscito ad accedere al portale lamenta un disservizio generalizzato: alcune persone, dopo aver inserito le proprie credenziali, si sono ritrovate sulla pagina di altri utenti, visualizzando in questo modo dati sensibili di soggetti sconosciuti. Risultato? Alla fine il servizio è stato sospeso «per consentire una migliore e più efficace canalizzazione delle richieste di servizio».
Qualche giorno fa Tridico aveva suggerito una sorta di roulette russa chiamata «click day», idea che alla fine è stata accantonata, motivo per cui il presidente dell’Inps ha suggerito di fare richiesta per il bonus con calma dal momento che «le domande possono essere fatte per tutto il periodo della crisi, anche perché il governo sta varando un nuovo provvedimento sia per rifinanziare le attuali misure sia per altre».
Parole rassicuranti fino a un certo punto, dal momento che per come funzionano le cose in Italia, c’è sempre la paura recondita di non aver seguito pedissequamente le procedure burocratiche e dunque rimaner tagliati fuori dai 600 euro. Molte persone infatti si sono lamentate per il fatto di non essere riuscite ad accedere nemmeno con la procedura telematica. La circolare n.49 del 30 marzo 2020 contiene tutte le informazioni necessarie per richiedere l’indennità. Ricordiamo per esempio che tutti i professionisti non iscritti all’Inps devono rispettare una serie di requisiti: un reddito non superiore ai 35mila euro relativamente all’anno fiscale 2018; un reddito compreso tra i 35mila e i 50mila euro nello stesso periodo e un calo di attività di almeno il 33% nei primi mesi di quest’anno, rispetto al 2019. Se il reddito supera i 50mila euro, non è riconosciuto alcun bonus.
Tale indennità interessa oltre 5 milioni di persone e diverse figure lavorative: secondo quanto riportato dal Sole24Ore, il bonus riguarda 3,6 milioni di artigiani e commercianti, 340mila partite Iva e co.co.co, 500mila professionisti senza cassa, 660mila lavoratori agricoli, 170mila stagionali del turismo e 80mila lavoratori dello spettacolo.
Simone Fausti