Cina-Usa: sale la tensione con maxi-vendita armi americane a Taiwan
Non si tratta solo di una guerra commerciale. Quello tra Cina e Stati Uniti è un confronto a tutto campo e l’isola di Taiwan è il punto d’attrito più incandescente. Questa settimana il ministero della Difesa taiwanese ha espresso soddisfazione per il via libera dato dall’amministrazione Biden alla potenziale vendita di armi per un totale di 619 milioni di dollari, tra cui anche centinaia di missili per i caccia F-16. Negli ultimi giorni, l’esercito di Taiwan ha denunciato l’invio da parte di Pechino di oltre 60 aerei da guerra e 10 navi militari nelle vicinanze dell’isola.
Il ministero degli esteri cinese, infuriato, ha esortato Washington a fermare la vendita di armi in quanto ciò danneggerebbe le relazioni Stati Uniti-Cina e metterebbe a repentaglio la stabilità dell’area. Un ufficiale del dipartimento di Stato americano ha tuttavia sottolineato che la potenziale vendita di armi è coerente con il Taiwan Relations Act e la politica di ‘Una sola Cina’, cioè la dottrina ufficiale adottata anche dalla Casa Bianca che riconosce l’esistenza di una sola Cina.
L’obiettivo di Biden è quello di permettere al governo di Taipei di aumentare le proprie capacità di difesa, elemento considerato essenziale proprio per mantenere l’equilibrio nella regione. Gli Stati Uniti, comunque, mantengono una presenza attiva in tutto il Sud-Est asiatico. Recentemente, infatti, gli Usa hanno inviato nello stretto di Taiwan un aereo da ricognizione oltre ad alcuni bombardieri nelle vicinanze. Un’azione che ha fatto infuriare i cinesi ma la Settima Flotta americana ha risposto che la zona dello stretto sono acque internazionali così come lo spazio aereo sovrastante, per tanto gli Stati Uniti continueranno ad attraversarlo.