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    Superbonus, chi mantiene il 110%

    Superbonus, chi mantiene il 110%
    Il calendario del Superbonus 110% è in costante evoluzione, soprattutto dopo le ultime modifiche apportate congiuntamente dalla legge di Bilancio 2023, dal decreto Aiuti-quater e dal Dl del 17 febbraio scorso. Molte categorie si vedono il Superbonus tolto o quantomeno “ridotto”, ma ci sono ancora alcuni soggetti che possono beneficiarne al 110% anche nel 2023. Vediamoli caso per caso.
    Il decreto legge entrato in vigore il 17 febbraio 2023 ha stabilito lo stop alle cessioni e agli sconti in fattura del Superbonus e di tutti i bonus casa, ma non senza alcune eccezioni. Se il decreto Aiuti-quater infatti comporta la riduzione del bonus dal 110% al 90%, questa non si applica in certe casistiche e a certe condizioni.
    La riduzione non coinvolge innanzitutto i condomìni per i quali, contemporaneamente, risulta adottata la delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori entro il 18 novembre 2022. questa circostanza dev’essere necessariamente attestata, con apposita dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, dall’amministratore del condominio oppure dal condòmino che ha presieduto l’assemblea per i condomini minimi in cui non è stato nominato l’amministratore. Tale delibera dovrebbe contenere l’importo e il dettaglio complessivo dei lavori, la ripartizione delle spese e l’indicazione della ditta esecutrice.
    Un’altra casistica di mantenimento del bonus è se, entro il 31 dicembre 2022, risulti presentata la “Cila-syperbonus”.
    Per le categorie diverse dai condomini, quindi per i proprietari unici di edifici da due a quattro unità, come anche le Onlus, le Odv e le Aps con immobili non in condominio, si applica quindi “di base” la riduzione del Superbonus dal 110% al 90% prevista per il 2023, salvo che, anche per questi soggetti, sia stata presentata la “Cila-superbonus” entro il 25 novembre 2022. In questo caso non serve neanche alcuna delibera da parte del proprietario.
    Infine, per gli interventi che comportano la demolizione e ricostruzione di edifici (condominiali o di proprietari unici), la riduzione non si applica solo qualora entro il 31 dicembre 2022 risulti presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo.
    Le “eccezioni” al decreto legge quindi sono sottili, ma neanche per forza così esclusive. In ogni caso, anche qualora non si sia riusciti a rispettare queste scadenze, si può comunque beneficiare della detrazione del superbonus al 110% per tutti i pagamenti precedenti al 31 dicembre 2022, cioè prima della della riduzione al 90% per il 2023. Per tutti questi soggetti, com’è stato deliberato, il superbonus scenderà poi progressivamente al 70% per le spese sostenute nel 2024 e al 65% per quelle effettuate nel 2025.
    Altre eccezioni sono costituite dagli istituti autonomi, case popolari, enti con finalità sociali e cooperative di abitazione a proprietà indivisa, i quali possono beneficiare solamente del superecobonus al 110% anche nei primi sei mesi del 2023, e i comuni colpiti da eventi sismici dove sia stato dichiarato lo stato d’emergenza, per i quali il bonus al 110% è già prorogato fino al 2025.
    Pietro Broccanello

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