Taiwan mette in guardia: 2023 anno critico per possibili incursioni cinesi vicino all’isola
Non solo Ucraina. I riflettori della diplomazia internazionale nel 2023 sono puntati anche su Taiwan. Il ministro della Difesa dell’ex Isola di Formosa, Chiu Kuo-cheng, ha lanciato un avvertimento ieri: quello in corso si presenta come un anno critico per Taiwan che potrebbe dover fare i conti con un “ingresso improvviso” da parte delle forze armate cinesi in zone vicino all’isola. Lo ha riportato l’agenzia di stampa Cna ripresa da diverse agenzie internazionali.
Durante un’audizione parlamentare, Chiu ha dichiarato che l’esercito cinese potrebbe cercare delle ragioni per violare delle aree vicino allo spazio aereo e marittimo territoriale identificato da Taipei come 22,2 chilometri dalle sue coste, proprio mentre il governo di Taiwan consolida la sua relazione militare con Washington. Per il ministro della Difesa, i cinesi stanno facendo preparativi in tal senso e in futuro “userebbero la forza se proprio dovessero”.
Pechino ha sempre specificato che considera l’Isola come parte integrante del territorio cinese e dunque continua a trattare tale questione come un problema di politica interna, scoraggiando gli Stati Uniti a intervenire nel dibattito. Nel weekend, il premier cinese uscente Li Keqiang ha dichiarato durante la plenaria del Congresso nazionale del popolo che Pechino adotterà misure risolute contro “l’indipendenza di Taiwan” e per “promuovere l’unificazione”, pur cercando una “riunificazione pacifica della Cina”. Li Keqiang ha inoltre annunciato un aumento del budget destinato alle spese militari che nel 2023 raggiungerà il 7,2% del Pil, circa 230 miliardi di dollari. Una cifra importante ma nettamente inferiore agli oltre 800 miliardi destinati alla difesa da parte degli Stati Uniti.