Reddito di cittadinanza: la bozza di riforma
Come già annunciato da tempo dal governo la stretta per i circa 400mila beneficiari attuali del Rdc cosiddetti “occupabili” (cioè che possono lavorare) sta per arrivare: il governo sta studiando un sostegno di 375 euro della durata di 12 mesi, probabilmente legato alla formazione in vista dell’inserimento al lavoro. Per coloro che non possono lavorare si arriva invece fino a 500 euro per 18 mesi, comunque meno dei 780 euro mensili a cui si può arrivare adesso.
Il governo italiano ha annunciato l’introduzione di un nuovo strumento per sostituire il Reddito di cittadinanza, chiamato “Mia”, “Misura di Inclusione Attiva”. Si prevedono alcune modifiche alle disposizioni attuali, che riguardano principalmente i beneficiari occupabili del sussidio. Secondo quanto emerso finora, i percettori occupabili di questo sussidio vedranno una stretta e una riduzione della durata del beneficio, mentre per coloro che non possono lavorare ci sarà un sostegno più a lungo termine (ma comunque di importo ridotto).
Per i beneficiari dell’attuale Rdc che possono lavorare, si prevede uno sostegno di 375 euro per 12 mesi (invece dei 18 mesi attuali), legato alla formazione per l’inserimento al lavoro. Dopo 12 mesi, potranno essere accordati altri sei mesi di sostegno, ma solo in caso di nuove domande presentate dopo un anno e mezzo di stop. L’obiettivo principale di queste modifiche è chiaramente quello di incentivare i beneficiari a cercare un’occupazione entro i termini stabiliti (situazione analoga a molti altri Paesi europei).
Per coloro che invece non possono lavorare, il sostegno rimane della durata di 18 mesi e sarà pari a 500 euro (per un single), anche se si parla della possibilità di scendere a 12 mesi in futuro anche per questi casi. Per chiedere nuovamente la prestazione, occorrerà uno stop di un mese. Non è ancora chiaro quale sarà la sorte del contributo affitto, che con la legge di Bilancio attuale va direttamente al locatore dell’immobile.
In termini pratici, per ottenere il sostegno sarà necessario essere cittadini italiani o dell’Unione Europea, con diritto di soggiorno permanente, o cittadini di paesi terzi in possesso di permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. Al momento della presentazione della domanda, bisognerà essere stati residenti in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo (a fronte dei 10 richiesti per il reddito di cittadinanza attuale). Il valore dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), in corso di validità, non deve essere superiore a 7.200 euro, mentre il valore del reddito familiare deve essere inferiore ad una soglia di 6.000 euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza.
Inoltre a partire dai 16 anni si sarà tenuti all’obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro all’interno del nuovo sussidio, se non si è impegnati in un percorso di studi. Nella “Mia” sono tenuti a questo obbligo “tutti i componenti del nucleo familiare maggiorenni ovvero minorenni che abbiano adempiuto agli obblighi scolastici”. Sono esclusi dall’obbligo invece i beneficiari della Mia over 60, nonché i componenti con disabilità, oltre ad altre eccezioni in certi casi, come per chi ha figli minori di tre anni di età o disabili in condizioni gravi.
La Mia dovrà essere richiesta all’Inps con modalità telematiche, e una volta effettuati i controlli sui requisiti l’Istituto chiederà l’iscrizione presso il sistema informativo della Mia, al fine di sottoscrivere un patto di attivazione digitale. Il beneficio decorre dalla sottoscrizione, da parte del richiedente, del patto di attivazione digitale, fermo restando che l’erogazione del beneficio è condizionata al rilascio della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro da parte dei componenti del nucleo familiare maggiorenni, ovvero minorenni che abbiano adempiuto agli obblighi scolastici.
Pietro Broccanello