Hi-tech, il testa a testa fra Microsoft e Alphabet
Settori in evoluzione, comparti in crisi, continui saliscendi, e tecnologia che muta dall’oggi al domani. È questa la sfida dell’hi-tech e delle nuove tecnologie dell’informatica, ed il testa a testa fra Microsft e Alphabet (società che controlla Google) si fa sempre più incandescente.
La crisi dell’hi-tech non pregiudica Microsoft e Alphabet. Secondo i dati trimestrali pubblicati in settimana, si evince un risultato confortevole, seppur indebolito dalla situazione economica non certo florida. Wall Street ha premiato le prime valutazioni dei due titoli, il primo salito dell’8,4%, mentre il secondo in rialzo del 4, stante anche l’annuncio di un nuovo piano di buyback.
Alphabet ha infatti fatto registrare un utile di 15 miliardi di dollari, pari a utili per azioni di 1,17 dollari. Si tratta di un risultato che, seppur ridotto rispetto al precedente periodo di riferimento (quando i ricavi erano stati poco più di 16 miliardi), resta positivo e al di sopra delle aspettative, che davano il valore azionario a 1,07 dollari. Le preoccupazioni sono quindi state appianate, soprattutto grazie ad una capillare raccolta pubblicitaria che, oltre le attesa, ha portato a raccogliere oltre 54 miliardi, facendo lievitare le entrate del 3%. In linea con le attese è anche la controllata YouTube, che ha intascato 6,69 miliardi, reggendo nel confronto con la rivale TikTok.
Alphabet, inoltre, è stata protagonista di un importante ristrutturazione, partita con l’annuncio del taglio di circa 12.000 posti di lavoro, e conseguenti oneri trimestrali legati ai licenziamenti e riduzioni degli spazi per uffici sono stati di 2,6 miliardi.
Per Microsoft, invece, si registra un incremento degli utili addirittura del 9%, pari a circa 18 miliardi nel terzo trimestre fiscale, il che significa 2,45 dollari per azione, contro i 2,22 delle attese, ed a fronte di entrate salite del 7% portando nelle casse del colosso dell’informatica oltre 52 miliardi di dollari. Sul fatturato hanno contribuito in modo non indifferente i servizi dell’Intelligent Cloud, ossia i servizi della “nuvola” che hanno portato a 22,08 miliardi di fatturato.
Cresce anche il comparto legato all’intelligenza artificiale, seppure Microsoft debba pagare lo scotto legato a ChatGpt. Vanno meglio invece le cose in casa Alphabet, che pare aver sfruttato proprio in suo favore, e a discapito della rivale, i problemi attenzionati dalle autorità internazionali, legate a presunte violazioni di privacy da parte dell’algoritmo. In ogni caso, nessuna preoccupazione sul tema in casa Microsoft: Amy Hood ha infatti anticipato entrate tra i 54,85 e i 55,85 miliardi, vale a dire una crescita attorno al 6,7% considerata superiore alle previsioni medie. Questo grazie tra l’altro al dispiegamento dell’intelligenza artificiale”.
Il settore More Personal Computing, che include sia Bing che il sistema operativo Windows e la console Xbox, ha invece risentito di un declino del 9% a 13,26 miliardi, pur facendo meglio di quanto anticipato.
Andrea Valsecchi