Quando l’ECO è poco LOGICO
Ultimamente si sente sempre più parlare del progetto treno ad idrogeno, ovvero l’istallazione di una cella a combustibile su di un convoglio ferroviario in modo tale da generare energia elettrica che gli permetterebbe di poter circolare su linee non elettrificate.
Certo che davanti ad un progetto così Green ai molti sembra un enorme passo in avanti, ma è davvero così?
È importante contestualizzare l’attuale traffico regionale che ad oggi vede 3 attori fondamentali:
1) Le Regioni che dovrebbero mettere a gara i vari servizi (il condizionale è d’obbligo perché molte Regioni non rispettano questa procedura e assegnano il servizio senza regolare gara d’appalto).
2) Le imprese ferroviarie che devono garantire i servizi.
3) Il gestore dell’infrastruttura che dovrebbe garantire la circolazione sicura dei treni (dopo Pioltello e Lodi anche qui il condizionale è d’obbligo).
In poche parole la Regione decide il prezzo del servizio, le imprese ferroviarie impostano costi e servizi per il pubblico e pagano il gestore dell’infrastruttura per poter circolare; allo stato attuale in Lombardia il primo attore è ovviamente l’inquilino del Pirellone, i secondi attori sono Trenitalia e Trenord il terzo attore è RFI (rete ferroviaria italiana).
Ovviamente è una situazione complessa: da una parte c’è RFI che vede una soluzione ecologica alle linee secondarie a costo zero; dall’altra parte ci sono le IF che investiranno milioni di Euro per una mobilità, forse, più ecologica e sostenibile.
Ma quali sono le IF coinvolte in questo progetto? Attualmente Trenitalia e Trenord che a “memoria” sono a capitale praticamente pubblico (doveroso ricordare che Trenord non è altro che l’ibrido creato ad hoc dalla fusione di Trenitalia e Ferrovie Nord per partecipare alla gara di assegnazione del servizio mediante un complesso lavoro contrattuale a discapito dei lavoratori).
Allora perché Ministero e Regioni non convogliano queste risorse per elettrificare queste linee?
Elettrificare una linea vuol dire far scorrere parallelamente ai binari ad una altezza ben definita una linea elettrica di contatto che tramite un pantografo permette ai treni di prelevare l’energia elettrica necessaria.
L’elettrificazione non garantirebbe un accesso più economico e assolutamente verde? (ricordiamoci che ad oggi la produzione dell’idrogeno avviene in gran parte da combustibili fossili)
L’elettrificazione non garantirebbe a qualunque impresa la possibilità di partecipare all’assegnazione di quel contratto di trasporto? (e non solo a chi possiede questa costosa tecnologia)
L’elettrificazione non garantirebbe anche un proficuo sviluppo economico sul fronte delle merci? (basta pensare che su molte di queste linee sono dislocate importanti aree industriali).
Alla luce di tante e giuste considerazioni speriamo che il traffico ferroviario sia messo davvero in primo piano con i giusti investimenti che possano essere una vera e propria molla di sviluppo per questo Paese; perché noi che ci muoviamo tutti i giorni lo sappiamo bene, il treno è il mezzo più sicuro ed ECO_LOGICO che abbiamo.
Carlo Morante