Cresce il mercato dell’auto, ma l’Italia arranca
Dati positivi in tutta Europa per il mercato dell’automotive, ma nel nostro Paese la crescita
Le immatricolazioni di automobili sono cresciute, in Europa, del 16,1% nel mese di aprile. Sono quasi 100mila le nuove immatricolazioni, portando la crescita del primo quadrimestre del 2023 a un +17,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. Un trend positivo che già dal mese di agosto 2022 sta lentamente riportando il mercato dell’automobile ai livelli pre-Covid, anche per effetto di una maggiore disponibilità sul mercato di chip.
Dati positivi anche per il nostro Paese: in Italia le immatricolazioni nel mese di aprile sono state oltre 4 mila, in crescita del 31% rispetto al 2022, di oltre il 40% se si considera il periodo gennaio-aprile dello scorso anno. Ma detto questo, i volumi d’affari rispetto ai principali marchi automobilistici europei ci collocano in coda al mercato, soprattutto per quanto concerne la produzione di auto elettriche. Il Gruppo Volkswagen cresce del 31% nel mese e del 26% da inizio anno, contro il 17,7% di Stellantis che perde oltre un punto anche a causa dei dati negativi di Citroen e Fiat. Renault supera la quota di mercato del 10% nel mese numero di immatricolazioni a quota +39%. Più cautela, invece, nella crescita di Bmw e Mercedes. Tesla moltiplica per dieci i volumi nel mese, da 1.400 a 14mila auto immatricolate, e una quota di mercato da inizio anno pari al 2,5%.
Il Regno Unito è in testa quanto a produzione full electric con il 15,4% del mercato, seguito dalla Francia a quota 14,8%, dalla Germania con il 14,3, dalla Spagna con il 4,5. Solo il 3,5% del mercato per l’Italia.
Ma detto questo resta l’ottimismo dei dati confortanti rispetto agli ultimi due anni, ove la crisi dell’approvvigionamento e l’emergenza legata al Covid hanno piegato l’intero settore automotive. «Per tornare alla normalità, oltre ai problemi di fornitura e di shortage dei componenti elettronici, è necessario superare anche gli altri fattori di freno manifestatisi dal 2020 in poi ed in particolare l’impatto psicologico e concreto della guerra in Ucraina e la ricomparsa dell’inflazione, che ha inciso sui prezzi di listino delle autovetture» evidenzia Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor. I volumi complessivi resi noti dall’Acea, infatti, sono circa un quarto inferiori a quelli del 2019, fase precedente alla crisi. Nel primo quadrimestre dell’anno infatti, nonostante l’aumento delle immatricolazioni sia stato pari al 17,2% rispetto al 2022, il gap rispetto al 2019 è del 23,5 per cento.
Andrea Valsecchi