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    Qualità della vita: i nuovi indici e i trend per fasce d’età

    Qualità della vita: i nuovi indici e i trend per fasce d’età
    La recente indagine sulla qualità della vita, suddivisa per fasce d’età, ha fornito dati aggiornati che riconoscono le province con il contesto di vita migliore per le diverse fasce di età. Le province di Siena, Ravenna e Trento hanno ottenuto risultati eccellenti in vari settori, dimostrandosi leader nella soddisfazione delle esigenze specifiche di bambini, giovani e anziani.
    L’indagine sul benessere per fasce d’età, basata su 12 parametri statistici provenienti da fonti affidabili, è stata presentata in anteprima al Festival dell’Economia di Trento. Le classifiche prodotte misurano la risposta dei territori italiani alle esigenze specifiche delle tre fasce d’età più fragili ma anche strategiche: i servizi dedicati a loro e le loro condizioni di vita e salute. Si tratta di un lavoro sperimentale che verrà incluso nella classifica di fine anno, ed è ancora limitato dalla mancanza di dati territoriali che possano riflettere tali specificità.
    Oltre alle province vincitrici, si evidenziano le differenze territoriali e alcune aree emergenti. Ad esempio la provincia di Ravenna, che attualmente sta affrontando i danni dell’alluvione, si è distinta per l’offerta culturale con circa 75 concerti per ogni 10.000 residenti sotto i 35 anni nel 2021. Trento, invece, si è posizionata al primo posto per la speranza di vita degli anziani, con una media di 21,6 anni ancora da vivere all’età di 65 anni.
    Le eccellenze territoriali si sono ripetute anche negli altri due indicatori: Siena ha raggiunto il podio per il numero di pediatri attivi ogni mille residenti sotto i 15 anni, mentre Trento e Bolzano hanno primeggiato per la spesa per servizi sociali, il basso consumo di farmaci e la speranza di vita degli anziani. Le due province autonome, da sempre contraddistinte da un’alta qualità della vita, si sono classificate anche nelle posizioni alte delle altre graduatorie.
    Al contrario, tutte le ultime posizioni dei tre indicatori sono occupate principalmente dalle province del Mezzogiorno, salvoalcune rare eccezioni: le cinque province toscane si trovano tra le ultime per la qualità della vita degli anziani, penalizzate, tra le altre cose, dal consumo elevato di antidepressivi e dalla bassa spesa per l’assistenza domiciliare.
    Roma si piazza tra le ultime nell’indice dei giovani, e in generale molte tra le grandi città sorprendono per le prestazioni negative nei confronti dei giovani (contro quanto potrebbe sembrare). Nelle ultime 30 classificate figurano nove città metropolitane tra cui Napoli, Palermo, Bari, Torino e Milano. Tra i fattori che influenzano negativamente questa classifica vi sono ovviamentegli affitti sempre più elevati, che hanno registrato un aumento del 16% nell’ultimo anno rispetto al reddito medio dichiarato, insieme ad altri fattori.
    Bisogna infine considerare che le grandi variazioni nei piazzamenti delle province, rispetto alla passata edizione, possono derivare anche dai cambiamenti nel panel di indicatori: ne sono stati infatti confermati 26 su 36, mentre 10 sono new entry. Ad ogni parametro è stato assegnato un punteggio per ciascuna provincia da 1000 a 0 e la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti, anche se, come detto, bisogna vedere quali e quante di queste statistiche rispecchieranno gli indici di fine anno.
    Pietro Broccanello

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