Ucraina, Zelensky: la guerra finirà solo quando vinceremo
O una vittoria sul campo, o una ritirata dei russi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito quali sono le condizioni per cui gli ucraini smetteranno di combattere. “Ci fermeremo solo quando vinceremo o quando la Russia smetterà di occupare i nostri territori”, ha dichiarato ieri Zelensky in Moldavia a margine del secondo vertice della Comunità Politica Europea, un summit istituito nel 2022 che quest’anno raduna 47 capi di Stato, trovatisi in Moldavia per discutere di politiche sul futuro dell’Europa. Il presidente ucraino ha fatto sapere che Kiev sta lavorando a un summit per il piano ucraino di pace, spiegando di voler “coinvolgere il numero maggiore possibile di Paesi”, motivo per cui non è ancora stata fissata una data.
Al vertice europeo era presente anche la premier italiana, Giorgia Meloni, che ha ribadito il convinto supporto alla causa degli ucraini i quali “difendono anche la nostra sicurezza”. La presidente del Consiglio ha assicurato il sostegno all’Ucraina “a 360 gradi per tutto il tempo che sarà necessario”, aggiungendo anche che Roma sostiene “Ucraina, Moldova, Georgia e Balcani occidentali nel percorso di adesione all’Unione europea”. Tuttavia, un conto è l’Unione Europea, un contro è l’Alleanza Atlantica. “L’Ucraina è pronta per entrare nella Nato, quando la Nato sarà pronta ad accoglierci”, ha affermato Zelensky che tuttavia deve fare i conti con la cautela sull’argomento di un importante attore europeo, la Germania.
Ieri, in occasione della riunione informale dei ministri degli Esteri della Nato a Oslo, Annalena Baerbock, ministra degli Esteri tedesca, ha rimarcato che “la politica della porta aperta della Nato rimane in vigore” ma “allo stesso tempo è chiaro che non possiamo parlare di accettare nuovi membri nel bel mezzo di una guerra”. L’articolo cinque del Trattato Nord Atlantico, infatti, prevede che un attacco armato a un membro dell’organizzazione “in Europa o Nord America” sia considerato un attacco contro tutti. Da qui il timore di un allargamento del conflitto e lo spettro di uno scontro diretto tra Mosca e la Nato.