MFE in volata dopo la morte di Berlusconi. Ora, quali scenari attendersi per la holding di famiglia?
Oggi le tre storiche società della famiglia Berlusconi capitalizzano oltre 8 miliardi di euro, e alla notizia della scomparsa del Cavaliere i titoli Mfe hanno incalzato un balzo di oltre il 5%. Le azioni “A” guadagnano il 10% circa, mentre quelle di tipo “B”salgono dell’8%. La cassaforte Fininvest era controllata dall’ex Presidente del Consiglio attraverso le holding personali, e partecipata da tutti e cinque i figli, che rassicurano sull’assoluta continuità familiare dell’azienda. Negli anni, infatti, è sempre stata trasferita un’immagine di compattezza e di unità della famiglia attorno alla nobile figura del padre. E anche oggi che non c’è più, gli auspici sembrano essere gli stessi, il frutto dell’insegnamento e di quanto è stato seminato in una storia di successi sì, ma intrecciata in modo indissolubile con i legami più stretti, appunto quelli dei figli.
È molto triste dover trattare di questi aspetti, soprattutto quando il distacco è arrivato nella mattinata di lunedì 12 giugno come un fulmine a ciel sereno, quando la notizia della scomparsa del Cav, dopo pochi istanti, ha iniziato a fare il giro del mondo. È triste sì, soprattutto per chi lo ha tanto amato ed ha combattuto al suo fianco per una vita intera, ma volente o nolente, chi rimane deve fare i conti con la realtà, e una volta accettato e superato il momento del distacco, tirare le fila, fare sintesi, per andare avanti. Nel bene di tutti.
Ed è un po’ questo il messaggio che Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi hanno voluto dare all’indomani della perdita del padre: continuità, nell’insegna del suo nome, ricordando la sua forte vocazione nel pieno coinvolgimento della famiglia nel Gruppo da lui fondato: “C’è la compattezza più assoluta della mia famiglia su un punto molto preciso: non abbiamo alcuna intenzione di lasciare che qualcuno provi a ridimensionare il nostro ruolo di imprenditori” aveva detto Silvio Berlusconi dopo l’ingresso e l’ascesa del finanziere bretone Bolloré in Mediaset, chiarendo un punto delicato: ad Arcore non c’erano spaccature.
Il mercato, però guarda ai possibili scenari futuri con ipotesi diverse sulle tre società quotate: Media For Europe, guidata da Piersilvio Berlusconi, è considerata quella con maggiore appeal per un riassetto, dato soprattutto un contesto difficile per il mondo dei media e per il settore pubblicitario, complice il salto tecnologico dello streaming e del pay per view, così come la presenza di potenziali acquirenti per il business (dalla Vivendi, fino a Discovery). Maggiore stabilità è invece prevista per il gruppo Mondadori, guidato dalla primogenita Marina, nonostante le speculazioni dell’ultimo periodo non sono mancate. Più complesso è l’assetto di Banca Mediolanum, stante la perdita dei due soci fondatori a soli due anni di distanza (Ennio Doris morì il 24 novembre 2021), ed un rapporto nella discendenza tutto da costruire. Più defilati al momento i figli di seconde nozze, Barbara, Eleonora e Luigi, che non hanno incarichi operativi ma che hanno un veicolo condiviso di investimenti (H14) oltre a detenere insieme il 21% della holding di famiglia.
Andrea Valsecchi