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    ECCO L’UOMO ARTIFICIALE

    ECCO L’UOMO ARTIFICIALE
    La realtà supera la fantascienza e gli scrittori di mondi distopici dovranno inventare nuove categorie per raggiungere vette narrative inesplorate. Philip Dick, Aldous Huxley e George Orwell fatevi da parte, arriva la scienza.

    “Possiamo creare modelli simili a embrioni di uomo riprogrammando le cellule (staminali embrionali)”. Questo ha affermato, in esclusiva per il Guardian, la biologa Magdalena Żernicka-Goetz, dell’Università di Cambridge e del California Institute of Technology, all’incontro annuale dell’International Society for Stem Cell Research a Boston. In sostanza sono stati prodotti embrioni umani sintetici senza l’utilizzo di ovuli o spermatozoi e quindi senza concepimento. Solo l’anno scorso i ricercatori avevano ottenuto il primo embrione sintetico di topo con un cuore che batte. Le strutture ottenute dalle cellule staminali, continua il quotidiano britannico, non hanno un cuore pulsante o l’inizio di un cervello, ma includono cellule che normalmente andrebbero a formare la placenta e l’embrione stesso.

    La notizia è impressionante ma è niente a confronto delle implicazioni della scoperta stessa. Żernicka-Goetz ha descritto la coltivazione degli embrioni a uno stadio appena superiore ai 14 giorni di sviluppo per un embrione naturale. Questi embrioni, aggiunge il Guardian, potrebbero fornire una finestra cruciale per studiare sia le malattie genetiche, sia le cause biologiche degli aborti naturali. Tuttavia, rileva ancora il quotidiano britannico, il lavoro solleva anche seri problemi etici, legali e legislativi. Gli scienziati ci rassicurano. Sono strutture “simili a quelle umane”, ma che “sarebbe un errore equiparare agli embrioni umani”: lo ha detto all’ANSA l’embriologo Gianluca Amadei del gruppo di ricerca di Cambridge. Non sono embrioni umani e nemmeno si originano da cellule staminali prelevate da embrioni umani, ma sono strutture che hanno tessuti simili a quelli degli embrioni umani. Li potremmo definire strutture simili a embrioni, o embrioidi”, ha osservato Amadei.

    Ma qual è il vero salto qualitativo della ricerca sugli embrioni artificiali? L’embrione umano sintetico permette per la prima volta di studiare l’embrione anche dopo i 14 giorni di sviluppo, ossia dopo il termine entro il quale queste ricerche sono oggi impossibili per motivi etici. “Questo perché non si tratta di un embrione, ma di un modello dell’embrione umano”, ha detto all’ANSA Carlo Alberto Redi, presidente del Comitato etico della Fondazione Veronesi e accademico dei Lincei. “L’intento è riuscire a superare il blocco, legittimo e comprensibile, dei 14 giorni di sviluppo per poter studiare gli embrioni: oltre non è permesso e veniamo a perdere conoscenze importantissime”, ha detto ancora Redi.

    Nell’era del GDA, Gravidanza per Altri, e del “diritto al desiderio”, questa scoperta apre a scenari pericolosi. Il problema etico di pagare delle donne in grave difficoltà economica per crescere nel proprio ventre figli comprati, verrà superato, creando persone geneticamente perfette e senza origine alcuna, assoluta proprietà di chi li acquistati dal “catalogo dei desideri”. E ancora, questo tipo di ricerca non si fermerà certo allo studio di malattie genetica sulle quali intervenire, ma creerà esseri “perfetti” da preferire ai “figli dell’amore” di cui non si conoscono le possibili malattie e il destino misterioso a cui sono stati assegnati che il superuomo, per quanto potente, non potrà mai programmare. L’eugenetica è dietro l’angolo. Quando l’uomo si vuole fare Dio, vizio antico che risale al peccato originale, invece di costruire una umanità migliore tende a distruggerla.

    Giovanni Zola

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