Tariffe aeree in aumento nonostante il calo del costo del carburante
Il settore dell’aviazione e le compagnie aeree stanno vivendo un periodo di grande redditività, con tariffe in costante aumento che raggiungono livelli storici. Il fatto, che un po’ chiunque sta provando sulla propria pelle non appena si accinge a cercare il biglietto per un volo, sembra un apparente paradosso se si considera che d’altro canto il costo del carburante è nettamente diminuito, fino a scendere del 45%.
Diversi leader di alcune delle principali compagnie aeree del mondo hanno riportato senza mezzi termini che in questo periodo i guadagni stanno raggiungendo livelli da capogiro, con un fatturato stimato di 12,3 miliardi di euro nella sola settimana tra il 12 e il 18 giugno. L’aumento dei prezzi dei biglietti aerei dal periodo post-pandemia in avanti sembra infatti aver coinvolto tutte le tratte e tutte le destinazioni, senza grandi eccezioni, e più o meno chiunque se ne sarà accorto (soprattutto in questo periodo di organizzazione delle vacanze). Se, dopo la pandemia, i rincari folli dei costi energetici sembravano giustificare questo fenomeno, ora che è risaputo che il costo del carburante è in netta discesa (-45%), la situazione sembra creare una sorta di paradosso in cui altri elementi ricoprono un ruolo fondamentale.
In primo luogo molti hanno anche sottolineato come le compagnie aeree stiano ancora cercando di riprendersi dalle enormi perdite subite durante la pandemia e, successivamente, dagli effetti economici della guerra in Ucraina, e che quindi il carburante, nonostante il calo del prezzo, continui a rappresentare una spesa significativa nel bilancio.
Ma questo non sembra appunto giustificare del tutto il fatto che, nel primo semestre dell’anno, le tariffe aeree in Italia (sia nazionali che verso l’Europa) siano aumentate del 47,5%, con un picco del 52% a giugno. Parallelamente il prezzo del carburante per gli aerei è diminuito del 22% nello stesso periodo, con punte del 40-45% tra aprile e giugno.
Inoltre non si prevede alcun calo dei prezzi dei biglietti nei prossimi mesi: i dati preliminari mostrano un aumento del 50% delle tariffe a luglio, +50,4% ad agosto e +39% a settembre. Ciòtuttavia non sembra scoraggiare troppo i viaggiatori, visto che a maggio, ad esempio, il traffico aereo è aumentato del 4,1% rispetto al periodo pre-Covid. È però anche vero che la situazione sembra destinata a diventare sempre più problematica, con molte persone e famiglie che si trovano in seria difficoltà quando devono decidere se “volare” in vacanza o rinunciare.
Le critiche a questo aumento dei prezzi hanno iniziato a sorgereanche dall’interno del settore. Olivier Jankovec, direttore generale di Airports Council International Europe, ha chiesto alle autorità di indagare sulla questione, sottolineando che i prezzi dei voli sono attualmente sei volte il tasso di inflazione e che ciò meritasicuramente un’attenzione maggiore.
Le compagnie aeree, dal canto loro, sostengono che la competizione tra vettori contribuisce a mantenere basse le tariffe e che le tariffe attuali riflettono il costo del carburante acquistato un anno fa. Inoltre affermano che ci sono altre spese da considerare, come gli aumenti salariali degli ultimi mesi.
Pierluigi Di Palma, presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAC), ha avanzato una proposta di riduzione del range tariffario, limitando la tariffa massima e aumentando quella minima, ma ammette che l’ENAC può fare poco al riguardo, a meno che non venga aperta un’indagine per sospetto di collusione tra compagnie aeree che coinvolga autorità come l’Antitrust nazionale o europeo, ipotesi alquanto difficile. Resta da vedere come si evolverà la situazione, tra la competizione che (come ovunque) c’è anche in questo settore e controlli che presumibilmente diverranno più rigidi che in passato. Rimane il fatto che, almeno per il momento, viaggiare in aereo sta diventando sempre più proibitivo.
Pietro Broccanello