Cala l’inflazione, ma i prezzi aumentano dell’11,2%
L’inflazione prosegue nel suo rallentamento, che già da alcuni mesi sta dando conforto ad analisti e addetti ai lavori. Ma a fronte del placarsi della perdita del potere d’acquisto, resta alto il tasso d’aumento dei prezzi, soprattutto per quanto concerne i beni di prima necessità. L’aumento medio dei prezzi sugli scaffali dei supermercati elaborato dall’Istat, ha infatti fatto registrare un +11,2% rispetto al mese di giugno di un anno fa, con un record assoluto segnato dallo zucchero che vede un aumento del 46%, e le associazioni dei consumatori gridano alla speculazione, per via dello scarto fra il livello generale dei prezzi e quello della vendita al dettaglio.
Il direttore delll’Unione nazionale dei consumatori, Massimiliano Dona, ha precisato: “Per una coppia con due figli, l’inflazione a +6,4% significa una stangata pari a 1.830 euro su base annua, di questi ben 861 servono solo per far fronte ai rincari dell’11,2% di cibo e bevande. Per una coppia con un figlio, la spesa aggiuntiva è pari a 1.670 euro, 777 per mangiare e bere. In media per una famiglia la mazzata è di 1.389 euro, 632 per prodotti alimentari e bevande analcoliche. Il primato, in barba agli incentivi alla natalità, alle famiglie numerose con più di 3 figli con una batosta che supera i duemila euro, 2.066 euro per l’esattezza, 1.029 solo per nutrirsi e dissetarsi”, conclude Dona.
Eh sì, perché nonostante l’inflazione sia in calo, -4% rispetto a inizio anno, non è seguita una corrispondente attenuazione all’interno dei supermercati.
Cresce ancora la pasta, a giugno i prezzi hanno fatto registrare un +0,6%, nonostante a maggio si fosse assistito ad un decremento dei prezzi, rispetto ad aprile, dello 0,3%. Nessuno rimane escluso, e gli aumenti sono proprio per tutti: dall’olio d’oliva (+26,6%) alle patate (26,5%), al latte conservato (+25,7%), ai gelati (+19,9%), au vegetali freschi diversi dalle patate (+18,8%), alle bibite analcoliche (+18,1%), alla margarina (+18%) e ai succhi di frutta (+16,6%). Spiccano infine i rincari dei vegetali surgelati (+16,5%), degli alimenti per bambini (+16%), delle uova (+13,5%), dei formaggi (+13,4%) e della frutta fresca (3%).
Andrea Valsecchi