Povertà in crescita in Europa, l’Italia raddoppia la media
Una recente indagine condotta da Eurostat ha rivelato una preoccupante crescita della povertà in Europa, con l’Italia che registra un tasso quasi doppio rispetto alla media generale. Secondo il rapporto, nel 2022 circa il 15% della popolazione italiana non è stata in grado di permettersi un pasto completo ogni due giorni, una percentuale significativamente più alta rispetto all’8,3% registrato in media nell’Unione Europea.
Dai dati di Eurostat emerge una tendenza preoccupante (e apparentemente contraddittoria guardando ai progressi e all’innovazione degli ultimi anni) rispetto al grado di povertà media della popolazione. Le statistiche riportate si riferiscono ovviamente alla “media”, il che accentua notevolmente il divario tra i reali benestanti (sempre meno) e le difficoltà in cui versano molte famiglie. Dai dati emerge infatti che l’8,3% della popolazione Ue non può permettersi un pasto contenente carne, pesce o un equivalente vegetariano ogni due giorni (si tratta di un punto percentuale in più rispetto al 2021), e la situazione è ancora più grave in Italia dove lo stesso parametro raggiunge il 15% dei cittadini.
La definizione di “pasto completo” adottata da Eurostat includeva la disponibilità di carne, pesce o un equivalente vegetariano pari al fabbisogno normale di un individuo. L’indagine ha anche esaminato il tasso di persone a rischio di povertà, che è aumentato del 2,2% nel 2022 raggiungendo il 19,7% a livello europeo, un aumento sostanzialerispetto al 17,5% del 2021.
I Paesi con le percentuali più elevate di persone a rischio di povertà e che non possono permettersi un pasto adeguato includono la Bulgaria (44,6%), la Romania (43%) e la Slovacchia (40,5%). Al contrario, l’Irlanda (5%), il Lussemburgo (5,1%) e Cipro (5,6%) hanno registrato le quote più basse e quindi la popolazione (almeno a livello di stime) più benestante.
L’Italia, come detto, registra una percentuale pari acirca il doppio delle media europea, sfiorando il 15%, in mezzo tra Malta e la Spagna e al 13esimo posto della classifica. La percentuale di povertà si concentra naturalmente soprattutto sulla fetta di popolazione che versa nelle condizioni più ingenti, che se non riesce a garantirsi un “pasto completo” ogni due giorni di conseguenza non avrà neanche disponibilità per affrontare altri tipi di spesa ugualmente necessari.
Oltre al parametro del pasto giornaliero, infatti, nello studio è stato considerato un ampio insieme di fattori per calcolare il tasso di “grave deprivazione materiale e sociale”, tra cui la capacità di affrontare spese impreviste, di pagare una settimana di vacanze all’anno, di gestire i debiti accumulati (come i pagamenti del mutuo o dell’affitto, le bollette, i pagamenti a rate o altri prestiti) e di mantenere adeguatamente la propria casa.
Pietro Broccanello