domenica, Novembre 24, 2024
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    Europa Unita, nuove energie per il vecchio continente: quando per fare politica serve saper guardare oltre

    “Buongiorno, signore, che cosa gradisce?”
    “Direi che con questo caldo ci vuole una bella insalata mista”
    “Ah bene, nicoise con tonno e uova?”
    “Sì, tonno e uova, magari anche una verdura croccante, per esempio sedano o finocchio”
    “Allora con il finocchio l’arancia ci sta alla perfezione”
    “Ottimo, vada per l’arancia, allora anche un cetriolo e magari ceci”
    “Cetriolo, ceci. E un po’ di cipolla dolce?”
    “Perfetto. E condita solo con olio e limone”
    “Se non ci vuole il sale, allora aggiungiamo qualche alice, per dare sapidità”
    “Perfetto, la nicoise con questo caldo è ottima”

    Già, la nicoise.

    Nel complesso menu del 44° Meeting dell’Amicizia tra i popoli, parlare di Europa è come ordinare un’insalata mista. Ognuno ci aggiunge un po’ quel che vuole e alla fine, misteriosamente, gli ingredienti formano un tutto che, se non omogeneo, per lo meno è gustoso e si adatta a tutti i palati.

    Capita così che nell’incontro “Europa Unita, nuove energie per il vecchio continente” il sontuoso panel presente, da Roberta Metsola, Presidente del Parlamento EU, autrice di un saluto inaugurale che rappresenta una roadmap per il futuro dell’Unione, a Enzo Moavero Milanesi, già ministro degli Esteri e degli Affari Europei, da Raffaele Fitto, attuale ministro degli Affari Europei, fino a Pina Picierno, Parlamentare europea e Vice Presidente del Parlamente EU (PSOE), scodelli un pout pourrì di buone idee, aspirazioni positive, riforme condivisibili e auspici per il futuro, al cui confronto l’insalatona di cui sopra è un piatto semplice e lineare di cucina molecolare preparato per una dieta dissociata.

    Moavero, da una parte, spinge per riforme istituzionali e costituzionali che diano vita a una unione rappresentativa sotto tutti i punti di vista, Fitto s’ingegna a mettere i puntini sulle i e i trattini alle t, ricordando quanti scivoloni abbiano costellato il cammino europeo e invitando alla riflessione attenta prima di qualsiasi iniziativa, Picierno richiama l’attenzione sul prossimo parlamento europeo, quello che scaturirà dalle elezioni 2024, che dovrà mettere mano alle riforme istituzionali che disegneranno una forma più moderna e operativa all’Europa.

    Per fortuna che ci pensa Massimiliano Salini, anche lui parlamentare europeo (PPE) a rimettere a fuoco il problema: il tema non sono le riforme, palesemente necessarie, il diritto di veto o l’allargamento dell’Unione, il tema è il progetto politico, un progetto che deve partire dall’uomo per arrivare alle scelte. E, partendo dall’uomo, le scelte sono più comprensibili per i cittadini, e anche le istituzioni europee diventano più vicine. Se tutti siamo d’accordo sul fatto che l’Europa non è percepita dai cittadini come qualcosa di prossimo e importante, allora la soluzione non può che essere ridisegnare il progetto partendo dai cittadini stessi, rafforzando il loro diritto alla rappresentanza nella libertà di scegliere le forme di rappresentatività che ritengono più adatte.  Per tornare alla nostra ordinazione, non c’è insalata senza un ingrediente base, quello che tiene insieme tutti gli altri. E questo ingrediente è il cittadino.

    Anche parlando di difesa comune, Salini propone una ricetta che alla fine è l’unica che propone una visione politica, cioè strategica, anziché una tattica: a chi rivendica la necessità di una difesa comune e interventi economici in tecnologia militare, per ottenere una rappresentatività della Nato superiore alla somma dei singoli stati aderenti, Salini rilancia parlando di una ridefinizione complessiva dei rapporti con gli USA, all’interno della quale ci sta perfettamente un nuovo equilibrio nella Nato: “E’ ora di smettere di pensare che l’autonomia significa assenza di legami. E’ un assioma che come non vale nella vita, non vale nella politica: il punto è la chiarezza dello scopo. La nostra relazione, economica e quindi anche militare, con gli Stati Uniti si basa su un presupposto culturale negando il quale noi mettiamo in discussione la nostra relazione economica e quindi, a lungo andare, anche quella militare. La politica si basa sul legame, cioè devi decidere con chi stai. Certamente non ti è concesso di stare da solo. Ecco, nell’atteggiamento della Francia spesso intravvediamo questo virus di un’autonomia malintesa. Il futuro dell’Europa parte da una nuova relazione con gli Stati Uniti, all’interno della quale possiamo inserire i compiti che ci assumiamo nella difesa comune, per esempio nel Mediterraneo, area colpevolmente trascurata da Nato ed EU nella quale l’Italia può assumere un ruolo decisivo”.

    Sul tema del rapporto tra UE e stati nazionali in merito alle politiche del debito, Salini ha sottolineato che oggi, come ha dimostrato anche il Covid, la complessità dei fenomeni ci costringe ad uscire dalla dialettica tra politiche iper liberiste o stataliste: “Il punto non se lo Stato deve intervenire nell’economia, ma come : l’intervento pubblico a volte è inevitabile, ma la pecca sta quando vincoli i soldi alle modalità con cui vengono utilizzati. Il problema non è sostenere la transizione, per esempio. a modelli di mobilità o modelli industriali più sostenibili, ma quando si dice che verrai finanziato a condizione che vincoli la tecnologia a quella individuata dall’Unione Europea. Le istituzioni non devono né costruire la società perfetta né tarpare le ali alla libera creatività della società civile, ma rimuovere gli ostacoli che impediscono l’esercizio della libertà affinché i cittadini possano realizzarsi”.

    Ancora una volta si pone al centro l’uomo, in questo caso l’imprenditore, valorizzandone i talenti, non il processo amministrativo, come troppe volte le amministrazioni pubbliche, a tutti i livelli, sono abituate a fare.

    Alberto Manzo

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