Nuovo algoritmo per i controlli sull’evasione fiscale
Il 21 agosto è partita la nuova iniziativa per combattere l’evasione, con cui l‘Agenzia delle entrate ha introdotto l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati dei conti correnti per individuare i possibili evasori fiscali. La novità è stata possibile grazie all’autorizzazione ricevuta dal Garante della privacy a maggio di quest’anno, e l’Ente ha rassicurato sul rispetto della privacy e del contradditorio in caso di anomalie.
Un esempio di come il nuovo processo funzioni può essere illustrato attraverso il caso di un piccolo commerciante. Supponiamo che questo commerciante lavori in un settore con alti margini di profitto, ma la differenza tra i suoi ricavi e costi sia inferiore al 5% dei costi. Inoltre, il reddito dell’azienda prodotto per ogni dipendente è sorprendentemente basso rispetto agli standard del settore. Anomalie di questo generepossono far sorgere dubbi sulle reali performance finanziarie dell’impresa.
A questo punto l’Agenzia delle entrate analizza i flussi del conto corrente del commerciante e se questi superano il 150% dei ricavi o se l’importo è di almeno 300 mila euro senza giustificazioni valide, il caso viene segnalato. I dati vengono quindi analizzati da un algoritmo che li tratta in modo anonimizzato.L’algoritmo, addestrato su dati storici di controlli precedenti, classifica il caso nel gruppo appropriato (ad esempio, individui con Partita IVA), calcola la probabilità che un’indagine porti a un accertamento o a un’archiviazione, e prevede come il contribuente potrebbe rispondere a un eventuale accertamento. In base a questi calcoli, l’algoritmo basato sull’IA fornisce alla squadra di controllo fiscale un elenco di casi con un “valore” specifico, che indica il livello di rischio e la possibile redditività.
Il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha spiegato che l’uso dell’intelligenza artificiale e dei dati dei conti correnti è una strategia fondamentale per combattere l’evasione fiscale, ma ha anche sottolineato che l’attribuzione di un alto livello di rischio da parte dell’algoritmo non significa automaticamente che il contribuente sarà sottoposto a controllo fiscale. Ogni caso sarà riesaminato da uno o più funzionari dell’Agenzia, che decideranno se avviare un’indagine e come procedere, mentre i contribuenti avranno poi la possibilità di fornire ulteriori informazioni per giustificare eventuali anomalie.
I dati utilizzati per l’analisi saranno inoltre conservati per un periodo massimo di 7 anni, un periodo che include il quinto anno (cioè generalmente l’ultimo in cui l’Agenzia ha il potere di accertare le imposte) e i due anni successivi. L’Agenzia delle entrate prevede di recuperare oltre 10 miliardi di euro attraverso queste misure di contrasto all’evasione fiscale, dato cherappresenta una parte significativa dell’obiettivo generale dell’Agenzia di recuperare oltre 18 miliardi di euro in tasse evase quest’anno.
Oltre all’uso dei dati dei conti correnti, l’Agenzia potrà fare uso anche dei dati delle fatture elettroniche e degli scontrini per migliorare le analisi e i controlli incrociati tra le diverse operazioni dichiarate dai contribuenti. Inoltre, sarà attivato il monitoraggio dei contribuenti che sono stati sottoposti a controllo fiscale per valutare la loro adesione alle leggi fiscali nel tempo.
Si tratta di uno dei primi casi di utilizzo delle nuove tecnologie in ambito fiscale, una novità che avrà sicuramente il vantaggio di rendere estremamente più veloci e accurati i metodi di verifica, ma che come sempre dev’essere bilanciato con la necessità di proteggere la privacy sui dati e i diritti dei cittadini. Si tratta di un equilibrio delicato che, soprattutto in quest’ambito, richiederà un costante monitoraggio e aggiustamento da parte dell’Agenzia delle entrate e degli altri Enti governativi.
Pietro Broccanello