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domenica, Settembre 8, 2024
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    Al via il Supporto Formazione e Lavoro per gli ex RdC

    Al via il Supporto Formazione e Lavoro per gli ex RdC
    La nuova misura si rivolge agli occupabili di età compresa tra i 18 e i 59 anni per favorire il loro ingresso all’interno del mercato del lavoro puntando sulla formazione. Qualche incognita tra gli addetti ai lavori.
    Niente file per il momento alle porte dei 1000 centri di formazione accreditati della Lombardia e di tutta la filiera dei servizi al lavoro della Regione. Sembrerebbe un debutto in sordina quello del Supporto Formazione e Lavoro, lo strumento destinato agli ex percettori del Reddito di Cittadinanza voluto dal governo come incentivo rivolto alle persone occupabili per reinserirsi all’interno del mercato del lavoro.
    Il supporto consiste in un sussidio del valore di 350 euro mensili, erogabile al massimo per un anno, vincolato all’iscrizione a corsi di formazione professionali riconosciuti dalla piattaforma Siisl, ovvero il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa che ha il compito di incrociare domanda e offerta di formazione e lavoro. La misura, avviata il 1° settembre, è destinata a persone di età compresa tra i 18 e i 59 anni, occupabili, che soddisfino determinati requisiti di cittadinanza, soggiorno, residenza ed economici – come specificato sul sito dell’Inps – tra cui un Isee non superiore a 6mila euro. Le domande per accedere alla misura potranno essere presentate in via telematica direttamente sul sito dell’Inps o attraverso i patronati e, a partire dal 1° gennaio 2024, anche tramite i Caf. A questo proposito è necessario iscriversi alla piattaforma Siisl inserendo tutti i dati richiesti.
    Una volta che l’Inps avrà valutato il possesso dei requisiti necessari per avere accesso alla misura con esito positivo, il richiedente dovrà sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale, indicando almeno tre agenzie per il lavoro che si impegna a contattare. Dopo la firma la domanda si ritiene accolta e scatta la convocazione da parte del servizio per il lavoro per la sottoscrizione del Patto di Servizio Personalizzato. A questo punto potrà ricevere o individuare in modo autonomo offerte di lavoro, aderire a servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro o partecipare a programmi formativi o di accompagnamento al lavoro. Durante questo percorso il richiedente riceverà il beneficio economico previsto di 350 euro mensili, che verrà interrotto nel caso in cui venga abbandonato (anche solo saltando un’attività prevista) o rifiutata un’offerta lavorativa.
    Da fine luglio sono quasi 200mila le notifiche arrivate dall’Inps per comunicare l’interruzione del Reddito di Cittadinanza, tra cui 2000 lombardi a cui è già stato revocato in maniera definitiva: “Il sistema è pronto per accoglierli ed assistere coloro che dovranno frequentare corsi per continuare, in forma ridotta, ad incassarlo – spiego Diego Montrone, presidente dell’Associazione degli Enti di Formazione della Lombardia -. Ci sono migliaia di opportunità per imparare qualunque mestiere. Le porte sono aperte ma non ci attendiamo da subito una corsa alle iscrizioni tra gli ex percettori del RdC considerati occupabili”. La sensazione è che per ora i banchi rimarranno vuoti ancora per qualche tempo: “Servirà qualche settimana prima che prendano definitivamente atto della situazione e che tutti, compresi gli addetti ai lavori, conoscano le nuove procedure del portale Siisl del Ministero del Lavoro”, commenta il direttore del Centro di Formazione di Unione Artigiani, Fabrizio Leonardi, che guarda alla nuova misura come una grande sfida. “Questi soggetti sono considerati anagraficamente e fisicamente occupabili ma spesso solo sulla carta – prosegue -. Ad oggi non sappiamo se riusciranno a frequentare i corsi, se saranno in grado di raggiungere le scuole perché privi di mezzi anche economici, se avranno le capacità di acquisire le competenze necessarie o si siederanno in aula con motivazione e non solo per intascare l’assegno di 350 euro al mese per i 12 mesi previsto dal Servizio Formazione e Lavoro al posto del Reddito di Cittadinanza”.

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