Alla fine pare che i 36 miliardi di liquidità per la sanità non ci servano, mentre il deficit sia irrinunciabile.
Quindi il ricorso al MES, per questa volta, non ci sarà, nonostante il deficit ne risentirebbe in positivo. Parola del vice ministro Misiani, che dichiara a Repubblica:
“Il Mes non lo utilizzeremo però utilizzeremo il programma per la cassa integrazione europea, utilizzeremo i 200 miliardi della Banca europea degli investimenti e le altre possibilità che le istituzioni europee hanno deciso in queste settimane” come l’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato, che permette garanzie al 100% attivate con l’ultimo decreto sulla liquidità delle imprese”, ha detto Misiani a Mattino 5, ricordando anche l’intervento della Bce che consente di tenere lo spread “sotto controllo”
Per il decreto di aprile anti-Coronavirus “parte del fabbisogno” sarà coperto “con i fondi europei che sono stati svincolati: si tratta di fondi comunitari della programmazione del bilancio europeo, 10-11 miliardi che grazie a una decisione di qualche settimana fa potremo svincolare e riutilizzare per l’emergenza sanitaria, poi dovremo fare comunque ulteriore deficit”, ha detto. “Chiederemo uno scostamento molto consistente al Parlamento: il prossimo decreto sarà molto consistente, più del decreto di marzo”.
Queste misure, se fossero immediatamente liquide e pronte all’uso, sarebbero certo una novità. Ma non c’è traccia, salvo per i 10-11 miliardi di fondi europei, delle voci di bilancio da cui dovrebbero essere materialmente prelevati. Tanto da far sospettare, ancora una volta, che siamo di fronte ad un annuncio ad effetto. Effetto che, temiamo, potrebbe essere ancora inferiore alle precedenti. Intanto entriamo nella settimana della verità: riuscirà il governo a pagare i circa 6 miliardi di aiuti alle partite Iva per il mese di marzo? E ci riuscirà nella data annunciata dall’INPS del 15-17 marzo?
Il quesito non è peregrino, settimana scorsa si è infatti tenuta un’asta di titoli di stato. Il rendimento è stato in rialzo, allo 0,5%. In ogni caso il tesoro ha incamerato circa 10 miliardi di euro. Abbastanza da coprire le richieste delle partite IVA, ma non sufficienti a coprire l’intero decreto di marzo, che cuba 13 miliardi. Resta quindi poco chiaro dove troveranno il denaro. I fondi cui si fa riferimento vanno divisi con il resto d’Europa ed ancora non è chiaro il criterio e le condizioni di distribuzione del medesimo.
Quindi, visti i risultati della tecnica precedente siamo passati all’annuncio dell’annuncio. Sperando che i moltiplicatori fantastici e dove trovarli non deludano.