Crisi in Medio Oriente crea instabilità economica, anche in Italia
L’economia del Paese si trova ad affrontare ulteriori sfide significative, visto che oltre al rallentamento dell’economia globale ora inizia a risentire pesantemente anche della crisi in corso in Medio Oriente. La situazione instabile nella regione israelo-palestinese ha infatti un impatto negativo anche sull’economia italiana, aggiungendo ulteriori complicazioni a un quadro già complesso. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha affrontato entrambe le questioni durante un’audizione parlamentare sulla Nadef.
Il primo dato emerso è che a livello generale il rallentamento dell’economia globale ha avuto un notevole impatto su quella italiana, con una diminuzione complessiva dei ritmi di crescita. Nonostante questo il ministro Giorgetti ha espresso ottimismo riguardo alla possibilità di riprendere gradualmente un percorso di crescita nella seconda metà dell’anno, ma ora l’impatto degli eventi più recenti e in particolare della crisi in Medio Oriente deve ancora essere valutato.
L’aggravarsi del conflitto israelo-palestinese aggiunge infatti naturalmente ulteriori complicazioni a un quadro già di per sé non facile, visto che le tensioni geopolitiche, i conflitti e le turbolenze politiche nella regione hanno conseguenze dirette sull’economia globale e di rimbalzo su quella di molti Paesi. L’Italia è soprattutto coinvolta relativamente al prezzo del petrolio, dal momento che gli aumenti significativi dei prezzi possono facilmente incidere sull’inflazione, sui costi delle materie prime e sui carburanti, con conseguenze sul bilancio di molte famiglie e imprese.
Durante l’audizione parlamentare il ministro Giorgetti ha sottolineato le preoccupazioni e le sfide che emergono nel contesto economico attuale, evidenziando che si prospetta un periodo di incertezza, dove sarà sempre più difficile riuscire a fare previsioni, ma che il Paese deve organizzarsi al meglio per riuscire a far fronte al rallentamento dell’economia globale. Giorgetti ha anche sottolineato che la situazione sarà discussa in una riunione del FMI in Marocco per valutare le prossime tendenze e le aspettative.
Per affrontare le sfide attuali, infatti, il governo si sta già armando di contromisure adeguate. Si prevede un taglio della pressione fiscale e l’implementazione del Superbonus, che contribuirà ad aumentare il deficit fino al 5,3%. Giorgetti ha poi evidenziato l’importanza di patrimonializzare le imprese per affrontare il rischio di credit crunch e ha annunciato la tassa sugli extraprofitti delle banche come misura per garantire che le banche concedano credito alle imprese.
È cruciale anche affrontare la sfida della sostenibilità del debito pubblico per rafforzare la fiducia degli investitori e migliorare le prospettive di crescita. Per questo motivo il controllo rigoroso della spesa pubblica diventa sempre più importante, considerando anche le nuove regole di bilancio europee.
In un momento come questo di grande instabilità, e in attesa di conoscere le reali ripercussioni del conflitto in Medio Oriente sul mercato globale, le massime priorità per il governo sembrano essere quelle di stimolare la crescita, ridurre la pressione fiscale, affrontare il problema dei crediti bancari e garantire la sostenibilità del debito pubblico. La situazione richiede però un’attenzione costante e politiche strategiche per mitigare gli impatti negativi e promuovere una crescita economica resiliente.
Pietro Broccanello