Imballaggi, nuovo regolamento verso l’approvazione
La proposta è passata in Commissione Ambiente, prossimo step la plenaria di novembre. Salini (FI-Gruppo PPE): “Proposta Commissione Ambiente grave pericolo per sistema industriale italiano, sviluppo economico UE e per stili di vita cittadini”. E annuncia battaglia in plenaria a colpi di emendamenti.
“La proposta approvata da un’aula lacerata dalle divisioni rappresenta un grave pericolo non solo per il sistema industriale italiano e per lo sviluppo economico dell’intera Europa, ma anche per il modello di consumo dei cittadini. Le persone, infatti, lungi dall’essere aiutate in stili di vita salubri supportati da un sistema virtuoso del riciclo di imballaggi monouso sicuri e garantiti, che trova nell’Italia il modello di eccellenza, vengono gettate in modo irresponsabile dentro l’esperimento di un riuso spinto, la cui utilità ambientale è tutta da dimostrare”. Commenta così l’europarlamentare di Forza Italia-Gruppo PPE Massimiliano Salini l’esito del voto in Commissione Ambiente dell’Europarlamento sulla proposta di regolamento che stabilisce i requisiti per l’intero ciclo di vita dell’imballaggio, dalle materie prime allo smaltimento finale, passata con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni. Sfumano per una manciata di voti gli emendamenti proposti da PPE ed ECR, che avrebbero abolito i target di riuso e ricarica e annullato i divieti per gli imballaggi monouso.
Oltre agli obiettivi generali di riduzione degli imballaggi proposti nel regolamento, la proposta passata in ENVI intende fissare obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040). La parte in plastica dell’imballaggio dovrebbe contenere percentuali minime di contenuto riciclato a seconda del tipo di imballaggio, con obiettivi specifici fissati per il 2030 e il 2040. Stop anche alla vendita di borse di plastica molto leggere (sotto i 15 micron), a meno che non siano necessarie per motivi igienici o fornite come imballaggio primario per alimenti sfusi per aiutare a prevenire gli sprechi alimentari.
L’intento è di incoraggiare le opzioni di riutilizzo e ricarica per i consumatori, e a questo proposito gli eurodeputati intendono operare una distinzione e chiarire i requisiti relativi agli imballaggi da riutilizzare o ricaricare. Gli imballaggi riutilizzabili dovrebbero soddisfare una serie di criteri, compreso un numero minimo di volte in cui possono essere riutilizzati (da definire in una fase successiva), e i distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore HORECA dovrebbero offrire ai consumatori la possibilità di portare il proprio contenitore. Messe al bando le cosiddette “forever chemicals”, ovvero sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS), e il bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti.
Il prossimo step sarà la seconda sessione plenaria di novembre durante la quale l’Europarlamento voterà il suo mandato negoziale per le discussioni con il Consiglio e quello sarà, di fatto, il campo di battaglia per provare a modificare il testo: “Il fatto che sugli emendamenti chiave l’aula si sia spaccata a metà, ci fa ben sperare in vista del voto finale”, spiega Salini, relatore per il Gruppo PPE sul nuovo regolamento imballaggi in ENVI, annunciando che il gruppo è pronto a presentare una serie di emendamenti. “È necessario coniugare competitività e sostenibilità – aggiunge – un equilibrio di cui l’Italia è un esempio eccezionale da diffondere in quanto utile all’intera UE”.
In particolare, nel mirino degli emendamenti proposti dal PPE l’allegato 5 dell’articolo 22 (Restrizione all’uso di determinati formati di imballaggio) e l’articolo 26 (Obiettivi di riutilizzo e ricarica). Sul primo punto l’intento è di giungere ad un bilanciamento di riciclo e riuso rivedendo l’elenco degli imballaggi monouso vietati dalla Commissione (quelli appunto inseriti nell’allegato 5): “Insistendo sul principio di sicurezza alimentare e tutela della salute pubblica – spiega Salini – vogliamo che tutti gli imballaggi monouso a contatto con gli alimenti restino sul mercato unico europeo in quanto più efficienti, in termini di sicurezza, del prodotto riutilizzabile”. L’europarlamentare forzista è critico anche nel metodo utilizzato per modificare l’allegato 5 con l’elenco degli imballaggi autorizzati, ritenendo sbagliata la via dell’atto delegato della Commissione UE in favore di una proposta legislativa ad hoc che coinvolga l’Europarlamento.
In merito all’articolo 26 del regolamento, Salini invoca massima cautela nei target del riuso, che può funzionare solo a determinate condizioni: “È indispensabile una revisione di tutti gli obiettivi di riuso basandosi sul “life cycle assessment” – sottolinea -, una valutazione del ciclo vita degli imballaggi che tenga conto dei diversi fattori in gioco”. Tra le principali criticità del riuso, ad esempio, il massiccio impiego di acqua, risorsa che lo stesso esecutivo UE definisce scarsa. “Avendo raggiunto gli obiettivi del riciclo con sei anni di anticipo – conclude Salini -, l’Italia può mettere al servizio degli altri Paesi membri le buone pratiche che si sono rivelate estremamente efficaci grazie alla capacità di innovare delle imprese e a un sistema virtuoso di economia circolare. Un modello che ha dimostrato la propria sostenibilità nelle partite più sfidanti”.