Confesercenti: calo drastico di nuove attività commerciali
L’Associazione degli imprenditori lancia l’allarme per la situazione critica che sta colpendo il settore delle attività commerciali, soprattutto per quanto riguarda le nuove aperture. Secondo Confesercenti non si è mai assistito a una situazione così negativa negli ultimi dieci anni, con la chiusura di numerosissimi esercizi commerciali e l’impossibilità di avviarne di nuovi.
La crisi economica, l’aumento dei prezzi dei beni di consumo, la feroce concorrenza della grande distribuzione e del commercio online rappresentano solo alcune delle cause che stanno contribuendo al collasso del settore. Per la chiusura del 2023 si prevede che in Italia saranno poco più di 20 mila le nuove attività commerciali nel settore, registrando un calo dell’8% rispetto al 2022 e segnando così il numero più basso dell’ultimo decennio. Per fare un paragone, nel 2013 il numero di nuove aperture era stato oltre il doppio superando le 44 mila unità. Questa diminuzione costante della nascita di imprese nel commercio sta determinando una crisi senza precedenti che potrebbe proseguire anche nei prossimi anni.
La situazione al Sud, soprattutto in Puglia, rispecchia la tendenza nazionale: nel corso degli ultimi dieci anni la decrescita delle nuove aperture di attività commerciali è stata del 50%, passando da quasi 4 mila unità nel 2013 a 2.165 nell’anno precedente e 2.070 in quello corrente. I settori più colpiti da questo declino sono quello dei computer, degli elettrodomestici, dell’abbigliamento, degli articoli sportivi, dei giocattoli, delle profumerie, degli articoli da regalo, delle librerie, dei giornali e degli intermediari del commercio.
L’unico comparto che registra un aumento delle nuove attività è quello del commercio online, che ha visto un incremento del 188% rispetto a dieci anni fa, ma si tratta di un incremento assolutamente non sufficiente a compensare la diminuzione globale delle nascite di imprese nel settore. Anche il commercio su aree pubbliche, come quello ambulante, sta subendo una drastica diminuzione delle nuove iscrizioni, in parte a causa della questione Bolkestein, e se il trend degli ultimi due anni dovesse persistere si prevede che entro il 2025 non ci saranno più del tutto nuove iscrizioni nel settore.
La diminuzione generale delle nuove imprese coinvolge generalmente tutti gli ambiti, anche se il settore del commercio al dettaglio è quello maggiormente colpito. Il declino delle nuove aperture di attività commerciali sta accelerando a sua volta il processo di desertificazione commerciale delle città, privando i cittadini di servizi e i territori di ricchezza e opportunità di lavoro. Aprire un nuovo negozio di vicinato, in un mercato sempre più dominato da grandi catene e colossi del commercio online, è diventato estremamente difficile se non impensabile.
L’Osservatorio Confesercenti ha proposto alcune soluzioni per arginare questa pericolosa tendenza economica, tra cui la decontribuzione per i giovani che decidono di avviare una nuova attività commerciale e un regime fiscale agevolato per gli esercizi con un fatturato inferiore a 400 mila euro all’anno, eventualmente collegato all’obbligo di formazione. Inoltre si auspica che le amministrazioni locali intervengano con maggiore incisività nella rigenerazione urbana, sia dei centri cittadini che delle periferie, allo scopo di sostenere il settore commerciale.
Pietro Broccanello