Gaza: Israele intensifica le operazioni via terra, telefonata Iran-Vaticano
Oggi è il quinto giorno che le forze armate di Tel Aviv hanno intensificato le incursioni nella Striscia di Gaza avviando una “nuova fase della guerra”, secondo quanto spiegato dallo stesso esercito israeliano. Da venerdì scorso, le informazioni che arrivano dal teatro degli scontri sono sommarie e difficilmente verificabili e Israele cerca di mantere questo stato di incertezza su ciò che sta accandendo: è cominciata la vera e propria offensiva? Si può parlare di invasione?. Secondo le poche informazioni che emergono, sembra che gli scontri via terra si stiano intensificando. Ieri l’esercito israeliano ha fatto sapere di aver colpito oltre 600 obiettivi a Gaza nelle ultime 24 ore. Tra questi target vi sono anche “depositi di armi e decine di postazioni per il lancio di missili anticarro”.
Ufficiali israeliani hanno spiegato che durante “gli scontri con i terroristi nella Striscia di Gaza, le truppe dell’esercito hanno ucciso decine di terroristi che si erano asserragliati in edifici e tunnel e che tentavano di attaccare le truppe”. I miliziani di Hamas, nel frattempo, non rinunciano a imporre la loro narrativa su ciò che sta accadendo. Uno dei leader del gruppo terrorista, Khaled Mashal, ha dichiarato in un’intervista tradotta dalla tv del Middle East Media Research Institute (Memri TV) e ripresa dalle agenzie internazionali, che “i cinesi stanno pensando di realizzare un piano a Taiwan, facendo quello che le Brigate Al-Qassam hanno fatto il 7 ottobre”, mentre i russi gli avrebbero detto che “quello che è successo il 7 ottobre” verrà insegnato “nelle accademie militari”.
Mentre si intensificano gli scontri tra Israele e Hamas, continua il lavoro diplomatico attorno al conflitto. Ieri mattina, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha annunciato che si è svolta una conversazione telefonica tra “mons. Paul R. Gallagher, segretario Vaticano per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, e Hossein Amir-Abdollahian, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran”, sottolineando che la richiesta è arrivata da Teheran. Una conversazione durante la quale il prelato ha espresso “la seria preccupazione della Santa Sede” per quanto riguarda la situazione in Israele e Palestina, ribadendo inoltre “l’assoluta necessità di evitare di allargare il conflitto e di addivenire alla soluzione dei due Stati per una pace stabile e duratura nel Medio Oriente”.