Trattato di Maastricht, compie 30 anni uno dei pilastri dell’UE
Il Trattato di Maastricht rappresenta oggi un baluardo del paradigma europeo, un punto di svolta che ha dato vita ad un’Unione come quella che oggi conosciamo, a completamento del processo iniziato negli anni ’50 con la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio.
Sono passati trent’anni da quel 1° novembre 1993, giorni in cui è entrato in vigore il Trattato (siglato il 7 febbraio dell’anno precedente), ma ancora oggi si sente il bisogno di quella cooperazione europea che aveva portato gli Stati membri a dare una svolta in chiave di unità sotto tutti i profili: un primo passo per un’Unione economica, monetaria e politica partendo dai valori che contraddistinguono il nostro continente, come i sentimenti democratici e di libertà dell’Occidente.
Nelle intenzioni dei dodici leader europei artefici dell’intesa sottoscritta nella cittadina olandese di Maastricht – tra cui il presidente del Consiglio italiano Giulio Andreotti, il cancelliere tedesco Helmut Kohl e il presidente francese Francois Mitterand – e nata nel solco dell’euforia innescata dalla caduta del muro di Berlino, vi erano i medesimi valori di un dossier ancora oggi vitale per il futuro economico della stessa Unione, segnata dalle ferite lasciate prima dalle crisi del debito sovrano e poi, negli ultimi tre anni, da uno stato d’emergenza permanente, passato dal Covid all’aggressione della Russia contro l’Ucraina, fino al sanguinoso conflitto fra Israele e Hamas.
Andrea Valsecchi