PATRIARCA A CHI?
Sembra che il femminicidio, e in generale il male del mondo, sia causato, soprattutto nel nostro Paese, dal patriarcato, come se negli uomini bianchi e occidentali vi sia iscritto un DNA culturale che induca i maschi a giustificare qualsiasi tipo di sopruso nei confronti del mondo femminile. Secondo la definizione di Laura Boldrini “La legge del padre, la legge dell’uomo che vuole stabilire le regole e chi non si adegua, cioè le donne che non si adeguano a quelle regole, possono essere anche maltrattate”. Le conclusioni porterebbero a dire che ogni uomo è potenzialmente pericoloso e l’unica soluzione sarebbe quella di rieducare il maschio fin in giovane età per scrostarlo dalla sua narcisistica virilità. Non qualche uomo, ma tutti gli uomini sono colpevoli. In molti hanno chiesto ai maschi di chiedere scuse generalizzate e molti uomini l’hanno fatto. Di cosa avranno chiesto scusa? Probabilmente di essere nati maschi.
E se cavalcare il patriarcato, strumentalizzando la violenza omicida sulle donne, sia una strategia per dividere la famiglia? E’ vero, si tratta di un problema culturale. E’ molto tempo infatti che i sostenitori del patriarcato hanno cercato con ogni mezzo a disposizione di indebolire culturalmente, e non solo, il concetto di famiglia. La famiglia è stata stigmatizzata, tanto che per intendersi, occorre parlare di “famiglia tradizionale” per non offendere le altre tipologie di unioni civili e non civili. La famiglia è stata colpita economicamente. Occorre lavorare in due, non per scelta, ma per necessità. Un tempo si andava con la mamma in vacanza per ben tre mesi, mentre il “patriarca” lavorava a giugno e luglio raggiungendoci nei weekend. Chi oggi si può permettere una casa di proprietà senza indebitarsi e cosa potremo dare ai nostri figli per costruire un futuro?
La famiglia è stata distrutta culturalmente. Tutto è possibile, per genitori e figli. Ogni desiderio è concesso. Avere una famiglia, avere due famiglie, avere figli con donne o uomini diversi, scoprire di non essere più attratti dal sesso opposto, comprare figli o sposarsi con un albero. Tutto questo è concesso, anzi sponsorizzato da chi ora lamenta l’instabilità affettiva dei figli. La vera verità, che ci è permesso affermare sottovoce, è che dove non c’è la famiglia non c’è una crescita emotiva sana. Il danno non è opera delle regole del patriarcato, ma delle non regole della famiglia. Il patriarcato è il grimaldello per dividere ulteriormente gli uomini dalle donne minando la fiducia reciproca.
Il male moderno nasce all’interno della credenza di poter essere e ottenere tutto ciò che si desidera creando invece una frustrazione che si trasforma in violenza quando l’istinto non trova soddisfazione. Gli argini a tale deriva erano eretti dalla famiglia che per quanto imperfetta, come tutte le famiglie, c’era, resisteva ed educava. Ora l’aspetto educativo è appaltato alla scuola. Una volta, di fianco alla famiglia, c’era l’ora di religione cristiana cattolica nella quale s’insegnava il significato dei dieci comandamenti, del sacrificio dell’uomo in imitazione di Cristo e la sacralità della vita. Oggi, alla stessa ora, si avvalla il diritto di potersi recare nei bagni del sesso opposto.
Giovanni Zola