Gaza, Israele avvia la seconda fase della guerra: si combatte anche nel Sud della Striscia
È cominciata la seconda fase della guerra tra Israele e Hamas. L’attentato di Hamas a Gerusalemme della scorsa settimana ha comportanto l’interruzione dei negoziati per un prolungamento delle tregua e la ripresa dei combattimenti con una novità: le forze israeliane hanno deciso di espandere l’offensiva di terra anche nella zona sud della Striscia di Gaza. Ieri alcuni civili hanno riferito a France Press di aver visto decine di carri armati entrare nella parte meridionale. Nel frattempo, nella notte tra domenica e lunedì, le Forze di difesa israeliane hanno colpito “circa 200 obiettivi dell’organizzazione terroristica Hamas”, come ha annunciato l’IDF stesso su X, specificando che “le infrastrutture terroristiche situate all’interno delle scuole nel nord della Striscia di Gaza sono state distrutte”. Israele ha fatto ricorso anche alle forze navali e aeree per attaccare infrastrutture e “obiettivi terroristici”.
Durante una conferenza stampa, il portavoce dell’IDF, Daniel Hagari, ha annunciato inoltre che un jet da combattimento “ha colpito e ucciso Haitham Khuwajari”,
comandante del battaglione Shati di Hamas che avrebbe guidato l’assalto del 7 ottobre. Secondo alcune indiscrezioni comparse ieri sui media internazionali, Tel Aviv si sta preparando a sostenere una guerra lunga oltre un anno ma allo stesso tempo l’esercito israeliano nega di voler eliminare per sempre la presenza dei palestinesi nella Striscia.
Intanto, la diplomazia internazionale è tornata al lavoro per cercare di raggiungere una nuova tregua. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha avuto un colloquio con il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani e, secondo quanto si legge su alcuni media, i due diplomatici hanno concordato sulla necessità di una de-escalation e di un cessate uil fuoco. In particolare, Al-Thani ha evidenziato l’urgenza di aprire corridoi umanitari al fine di far arrivare gli aiuti ai civili palestinesi.