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domenica, Settembre 8, 2024
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    Cina-Ue, von der Leyen e Michel in Cina per riequilibrare le relazioni bilaterali

    Cina-Ue, von der Leyen e Michel in Cina per riequilibrare le relazioni bilaterali
    A Pechino ma coi piedi di piombo. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, si sono recati in Cina per cercare di rilanciare le relazioni bilaterali tra l’Ue e la Repubblica Popolare Cinese. Von der Leyen ha parlato in realtà di “riequilibrare” le relazioni economiche. “La Cina è il principale partner commerciale dell’Ue ma ci sono chiari squilibri e differenze che dobbiamo affrontare. Entrambi riconosciamo l’importanza di ridurre i rischi e rafforzare la resilienza delle nostre economie” ha dichiarato la presidente della Commissione durante l’incontro con Xi Jinping.
    Dalle dichiarazioni rilasciate emerge la sensazione che la Cina sia un partner troppo importante: l’Unione Europea non può permettere che si guastino i rapporti economici, ma questo non vuol dire doversi piegare alla leva economica del Dragone. “Ogni giorno vengono scambiati beni per un valore di oltre 2 miliardi di euro tra la Cina e l’Ue”, ha spiegato il presidente del Consiglio Europeo, “tuttavia il disavanzo commerciale dell’Unione europea ammonta a quasi 400 miliardi di euro. Auspichiamo che si possano discutere e attuare misure concrete per riequilibrare questo rapporto”, ha aggiunto Michel. Il presidente cinese Xi Jinping ha esortato l’Ue a compiere sforzi congiunti per una crescita delle relazioni tra Bruxelles e Pechino.
    L’approccio difensivo dei due leader europei deriva anche dalle numerose controversie in corso tra Cina e Ue: dal tema dei diritti umani al rischio dipendenza sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime necessarie alle batterie delle macchine elettriche fino a una più ampia strategia di derisking economico che non deve sfociare in decoupling. Lo spettro della dipendenza energetica europea dalla Russia è ancora presente e Bruxelles non vuole ripetere lo stesso errore con la Cina. Il vertice capita a ridosso dell’annuncio dell’uscita dell’Italia dalla Via della Seta, l’imponente piano di sviluppo infrastrutturale voluto dieci anni fa da Xi Jinping per incrementare gli scambi commerciali tra l’Asia, l’Europa e l’Africa. Roma ha agito in sordina nel comunicare l’uscita da questo progetto anche per non “oltraggiare” la sensibilità dei cinesi. Il governo Meloni sembra esser riuscito nell’intento di non guastare i rapporti con Pechino, anche se il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, pur evitando riferimenti diretti all’Italia, ha dichiarato che “la Cina si oppone fermamente all’oltraggio e all’indebolimento della cooperazione sulla costruzione congiunta della Belt and Road”.

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